Povero un bambino su dieci: ma alcuni vincono la sfida

Un bambino su 10 vive in povertà assoluta e più del 40% non fa sport: sono questi alcuni dei dati denunciati nella campagna “Nuotare Contro Corrente. Povertà educativa e resilienza in Italia” di Save The Children. Dati in parte già forniti dall’Istat, che nel 2016 evidenziava come la metà della popolazione under 18 non legga un libro e il fatto che quasi un ragazzo su tre non usi internet.

“Sappiamo che esiste una stretta correlazione tra condizioni socio economiche difficili e insuccessi nell’apprendimento – scrive Save The Children – Una correlazione estremamente allarmante, se consideriamo che in Italia un milione trecentomila bambini – il 12,5% – vivono in condizioni di povertà assoluta. I bambini delle famiglie più povere hanno, rispetto ai loro coetanei, una maggiore probabilità di fallimento scolastico, rischiano in misura maggiore di lasciare precocemente la scuola e di non raggiungere livelli minimi di apprendimento. A loro volta, questi minori privati dell’opportunità di sviluppare il proprio talento, soffriranno, con tutta probabilità, la privazione economica e sociale da adulti”.

Tuttavia –  e da questo dato ecco il nome della campagna – alcuni bambini, pur vivendo in contesti di grave disagio, sfuggono a tutte queste previsioni e – nuotando contro corrente – raggiungono successi nell’apprendimento paragonabili a quelli dei loro coetanei delle famiglie più benestanti. Il rapporto si focalizza quindi sul tema dei minori “resilienti”. Intendendo la resilienza come la capacità di un sistema, sia esso un individuo, una città, una foresta, un’economia, di affrontare i cambiamenti e progredire. Rappresenta la capacità di utilizzare positivamente le crisi, siano esse finanziare o climatiche, per stimolare il pensiero innovativo”.

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