Posti vacanti, esuberi e assunzioni. Istruzioni per la lettura

Tra gli aspiranti docenti, nei forum di settore e sui social network, emergono molte dispute su come vadano letti i dati – molto attendibili, per l’esperienza e la rete di monitoraggio costituita dalla Flc Cgil – appena elaborati su fonte Miur. Cerchiamo di fare chiarezza insieme (si vedano le notizie Disponibilità dei ruoli, pubblicate tutte le tabelle per provincia e cdc e Cattedre libere per i futuri prof, la Flc Cgil ne calcola 42mila).

La prima questione riguarda gli esuberi che si determinano per effetto della mobilità dei docenti, e se il numero di questi vada sottratto dal numero dei posti vacanti. I fatti sono meno lineari di quanto si possa pensare: le disponibilità, o posti vacanti, sarebbero quei posti da rimpiazzare con l’organico di diritto, e dunque con immissioni in ruolo. Gli esuberi finora sono stati utilizzati per coprire l’organico di fatto, e dunque il loro numero va a diminuire ipoteticamente le supplenze annuali.

Quest’ultima è un’eventualità ovviamente sgradita ai precari che aspirano alle supplenze, e dunque non stupisce che la Flc Cgil, nel pubblicare i dati che ha elaborato, chieda “che il personale in esubero sia utilizzato per il potenziamento, l’ampliamento del tempo scuola e della qualità dell’offerta formativa. Solo così si può affrontare seriamente tale problema e dare avvio alla sperimentazione dell’Organico funzionale”.

La seconda questione riguarda come il numero delle disponibilità sia collegato a quello delle immissioni in ruolo. Questa relazione dipende sostanzialmente dall’aliquota percentuale che il Ministero dell’Economia e delle Finanze autorizza annualmente a fronte della richiesta di assunzioni da parte del Ministero dell’Istruzione. Maggiore è l’aliquota autorizzata e maggiore è il numero di immissioni in ruolo. Minore è l’aliquota autorizzata e minore è il numero di immissioni in ruolo. La “forbice” tra i posti vacanti e quelli autorizzati viene coperta dalle supplenze annuali.