Polemica del Pd sull’anagrafe degli studenti

L’accusa: il Pd ha una posizione “oscurantista” sull’anagrafe degli studenti. Firmato Andrea Ichino, autorevole economista e fratello del giuslavorista Pietro, deputato del Pd, che lo ha scritto in un articolo pubblicato qualche giorno fa sul Sole-24 ore. Replica di Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria del Partito democratico, finora non pubblicata dal quotidiano economico, ma di cui Tuttoscuola è a conoscenza: quella di Ichino è solo una “caricatura” della posizione del Pd.

Oggetto della controversia il decreto n. 74/2010 con cui il ministero dell’istruzione ha creato le basi di uno strumento informativo, appunto l’anagrafe degli studenti, che secondo Ichino serve “non solo per monitorare oggi l’assolvimento del diritto-dovere all’istruzione, ma soprattutto per consentire domani una valutazione delle scuole e degli insegnanti che tenga conto del background sociale e familiare in cui si trovano a operare“, come avviene in tutti i Paesi più avanzati.

Ancora una volta“, lamenta Ichino, “l’asprezza dello scontro politico impedisce alle parti di cooperare almeno per costruire quelle infrastrutture che non sono né di destra né di sinistra, ma serviranno al paese indipendentemente dal colore di chi lo governerà in futuro“.

Per nulla d’accordo si dice la Puglisi, a cui giudizio la proposta del Miur comporta “la schedatura del credo religioso degli studenti (quale incidenza ha l’essere cattolico, ebreo, mussulmano o ateo sul successo scolastico ?!), la rilevazione dello stato di salute e degli eventuali reati commessi dai ragazzi“. Tutte informazioni ‘sensibili’, che secondo Puglisi violano la privacy degli studenti e delle loro famiglie, e quindi non devono essere raccolte, mentre secondo Ichino possono consentire – come dimostra l’esperienza internazionale – di condurre “ricerche di fondamentale importanza per conoscere meglio il funzionamento dei sistemi scolastici e disegnare riforme volte a migliorarli, soprattutto nell’interesse delle classi sociali più deboli“.

Ma secondo Puglisi il maggior difetto del progetto ministeriale sta “ancora una volta nella sua decisione di accentrare nelle stanze del MIUR qualsiasi strumento o provvedimento per migliorare il sistema scolastico italiano, piuttosto che dare impulso all’attuazione del Titolo V della Costituzione in tema di decentramento scolastico, passando agli Enti Locali le competenze e le risorse necessarie per rispondere ai reali bisogni formativi dei ragazzi e delle ragazze del nostro Paese“. Il Ministero dovrebbe limitarsi ad assicurare “l’interoperabilità delle anagrafi, definendo l’insieme delle informazioni che permettono la tracciabilità dei percorsi scolastici e formativi dei singoli studenti“. Insomma: niente dati sensibili e gestione regionale delle anagrafi.