Poche le sezioni primavera nella scuola statale. Perché?

Attualmente le scuole statali dell’infanzia accolgono circa il 60% di tutti i bambini iscritti alle materne. Il restante 40% se lo spartiscono le comunali e, soprattutto, le private paritarie.

C’era da aspettarsi che le domande di contributo per attivare le nuove sezioni primavera per bambini tra i 2 e i 3 anni rispettassero questi rapporti, anche se era prevista tra i richiedenti la presenza di asili nido convenzionati.

Le cose sono andate ben diversamente, come appare dalla sintesi dei dati pubblicati dal ministero: la statale ha presentato meno del 14% dei progetti, mentre la paritaria non pubblica ha sfiorato il 60%.

A difesa del basso intervento delle scuole statali vi è indubbiamente la giustificazione della mancanza di nuovi spazi e locali per accogliere il nuovo servizio, visto che vi sono liste di attesa per accogliere i bambini in età da scuola materna.

Ma vi è anche, probabilmente, una ragione più politica: il sindacato non ha mai nascosto la sua avversione alle sezioni primavera, che sapevano troppo, a suo parere, di anticipi morattiani, e che alteravano la funzione docente.

Il risultato, alla fine, è stato quello di una assenza clamorosa che peserà in futuro sui tassi di scolarizzazione della statale (da alcuni anni in flessione di iscritti), perché questi piccoli iscritti a due anni di età alla paritaria ben difficilmente passeranno alla statale al compimento dei tre anni. “Clienti” persi e una criticità su cui il sindacato (o una parte di esso) avrà di che riflettere.