PNRR e dispersione. Il dito e la luna di Napoli secondo il ministro Bianchi

Dopo la presa di posizione del Gruppo di lavoro che, in una lettera aperta, ha criticato l’impianto del decreto ministeriale 170 sull’assegnazione dei primi 500 milioni del PNRR per prevenire e contrastare la dispersione, chiedendo al ministro Bianchi di correggere sostanzialmente criteri e linee di intervento del decreto, c’era una certa attesa sulla risposta del ministro.

Risposta che è arrivata in occasione della presentazione delle rilevazioni Invalsi; una risposta che nell’occasione, comunque, ha eluso il riferimento diretto alla presa di posizione del Gruppo (di cui a suo tempo, secondo gli stessi esperti, il ministro Bianchi aveva condiviso criteri e linee di intervento).

Prima, però, del suo intervento, vi erano state prese di posizione polemiche e di prevalente dissenso, raccolte da vari organi di stampa e riferite in particolare a Napoli, dove diversi esponenti del mondo scolastico avevano criticato singole scelte disposte dal decreto. Non è sfuggita la dichiarazione del sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, compagno di partito di Bianchi, che aveva rilevato che “mancano scuole site in quartieri dove la dispersione scolastica è molto rilevante”, invocando la necessità di “coinvolgere il Terzo settore e le parrocchie”.

Proprio da Napoli era venuta anche l’ulteriore presa di posizione di due autorevoli esponenti del Gruppo di esperti (Andrea Morniroli e Marco Rossi Doria) che avevano affidato a Repubblica, in modo più dettagliato di quanto esposto nella lettera del Gruppo, gli elementi fondamentali del documento di 32 pagine elaborato dal Gruppo stesso per contrastare la dispersione.

I due esperti avevano ricordato i tre punti cruciali per contrastare il fallimento formativo:

  • stabilire criteri per assegnare i soldi alle scuole utilizzando indicatori che connotino la pluralità dei fattori di esclusione;
  • avviare un’azione di sistema che intende introdurre correttivi di sistema e non occasionali alla lunga e dolorosa storia di esclusione dal diritto allo studio;
  • promuovere, territorio per territorio, alleanze educative stabili tra le autonomie scolastiche, comuni e agenzie del terzo settore.

I due, nel ricordare che il documento del Gruppo intendeva “evitare che arrivassero soldi a scuole dove non vi è urgente bisogno di azione per recuperare i ragazzi o, viceversa, non arrivassero a scuole dove il bisogno è grande”, avevano implicitamente criticato l’impostazione del decreto.

Mormiroli e Rossi Doria, dopo altre considerazioni, avevano confermato la richiesta di correzione del decreto per evitare un intervento occasionale e “a pioggia”.

La risposta del ministro, fornita prima durante il convegno dell’Invalsi e poi replicata su Repubblica nell’edizione di Napoli, ha preso spunto proprio dalle critiche espresse da singoli esponenti delle scuole partenopee, per confutare la logica di trarre valutazioni di carattere generale da singoli episodi.

Dopo avere precisato che la Campania, dove la dispersione è purtroppo endemica, ha ricevuto per questa ragione quasi 80 milioni di euro per il PNRR dispersione (molto di più delle altre regioni italiane) e che la sola Napoli ne ha avuto assegnati 41 milioni, Bianchi ha dichiarato: “Capisco che ognuno vede il suo pezzettino e su quei pezzetti fa la misura del mondo. Fa parte della fragilità umana, ma attenzione a non confondere il dito con la luna”.

Al convegno Invalsi il ministro aveva chiaramente lasciato intendere che il decreto 170 non sarebbe stato rivisto, respingendo di fatto la richiesta di revisione avanzata dal Gruppo.

Nel servizio su Repubblica, oltre a confermare la validità del riparto dei fondi, ha chiarito il suo rapporto con il Gruppo di lavoro, sottolineando di averne seguito in parte le indicazioni, partendo, ad esempio, dai dati Invalsi.

Poi ha aggiunto: “Il Gruppo di Lavoro, svolto il compito di ciascuno da esperti, ha rivendicato la propria autonomia come intellettuali”: forse una “stoccatina” nei confronti di Mormiroli e Rossi Doria. Ma alla lettera del Gruppo si è ben guardato dal rispondere.

Fine certa di una collaborazione, ma continuazione sicura della polemica sulla distribuzione del mezzo miliardo di euro.

E, a proposito della distribuzione a pioggia, su cui il ministro ha glissato, Tuttoscuola ha accertato che di quei 41 milioni assegnati a Napoli, 34 milioni sono andati a 144 istituzioni scolastiche del II ciclo, il 90% di quelle funzionanti. Quelle 144 scuole erano tutte a rischio di fallimento formativo? Al contempo le 73 istituzioni del primo ciclo a cui sono stati assegnati i restanti 7 milioni non meritavano maggiore attenzione e più risorse? Del resto le cause della dispersione hanno origine ai primi livelli del percorso scolastico, ben prima che i suoi effetti negativi si manifestino successivamente nei livelli successivi a compromissione formativa già avvenuta.

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