Con il PNRR decolla il canale tecnico-professionale. Forse

Scarso rilievo è stato dato, nei giorni scorsi, alla decisione del Consiglio dei ministri dello scorso 16 settembre di puntare decisamente sul rilancio dell’istruzione tecnica e professionale nel quadro dell’attuazione del PNRR scuola. Un obiettivo indicato come essenziale anche dallo storico Ernesto Galli della Loggia in un editoriale sul Corriere della Sera (“La scuola nel silenzio dei partiti”, 22 settembre), anche se non fa specifico riferimento al provvedimento del Governo. Tuttoscuola ha sottolineato l’importanza strategica di questa decisione che, se adeguatamente implementata dal prossimo Governo, potrebbe porre le fondamenta di quella “pari dignità” tra gli studi liceali e quelli tecnico-professionali che la riforma Moratti (legge 53/2003) aveva dichiarato senza poi affatto realizzarla.

Letizia Moratti, anche per ragioni strettamente politiche (l’esplicita ostilità di Alleanza Nazionale, partner del governo Berlusconi, a modificare in alcun modo il Liceo classico), cestinò infatti alla fine del 2001 la proposta prospettata da Norberto Bottani, autorevole esperto dell’Ocse, di ridurre di un anno la durata della scuola secondaria superiore creando, accanto all’area dei licei, un’area tecnico-professionale di uguale durata quadriennale, propedeutica alla prosecuzione degli studi in una fascia di istruzione terziaria a carattere non accademico.

Egualmente fu bloccata nel 2003 – questa volta dal vertice dell’apparato ministeriale, che pure l’aveva inizialmente autorizzata – una ipotesi di sperimentazione, messa a punto da un gruppo di lavoro con la partecipazione di una quindicina di istituti tecnici statali e paritari, finalizzata alla realizzazione di Scuole Superiori di Tecnologia (SST) di durata almeno biennale, che riprendeva per alcuni aspetti il progetto avviato nel 1970 e subito bloccato dalla Corte dei Conti con una motivazione del tutto formale: l’incompetenza del MPI a rilasciare titoli al di là del diploma di maturità (era previsto il rilascio del diploma di “tecnologo”).

Ora, dopo il varo degli ITS Academy, che si collocano strutturalmente nell’area della formazione superiore terziaria non accademica, potrebbe essere il PNRR a costruire, a partire dalla riorganizzazione degli attuali istituti tecnici e professionali, quella alternativa “di pari dignità” agli studi liceali finora vanamente perseguita. L’uso del condizionale è prudente e necessario perché il modello prefigurato dal citato Consiglio dei ministri del 16 settembre è tutto da costruire, e molto dipenderà dall’orientamento in materia del prossimo Governo e del suo Ministro dell’istruzione.  

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