Pesante attacco della Cisl-scuola all’Anief

La Cisl-scuola, che aveva già sollecitato con alcuni comunicati il Tar Lazio a chiarire i termini dell’applicazione della sentenza della Consulta sulle graduatorie ad esaurimento, nelle settimane scorse aveva trasmesso al Tribunale Amministrativo una lettera in cui chiedeva formalmente di dirimere le questioni applicative pendenti.

Su quella lettera l’Anief, l’associazione che aveva patrocinato i diversi ricorsi per gli inserimenti a pettine, aveva espresso critiche e commenti ironici che ovviamente il sindacat di Ciccio Scrima non ha gradito, replicando con una pepata nota pubblicata sul proprio sito.

Il sole c’è chi lo regge e chi no – esordisce pungente la nota sindacale – È pacifico – aggiunge la nota giocando sul doppio senso della parola – che chi ha scritto l’ultima nota con cui l’ANIEF ci prende di mira non lo regge. Solo così si possono spiegare le parole in libertà di chi divaga su tutto, mantenendosi a debita distanza dalla questione vera, ancora una volta elusa, ignorata, rimossa.

La nota sindacale ironizza sulla linea politico-sindacale dell’Anief, affermando che “A questi disinteressati cultori del diritto, e dei processi, va benissimo che un tribunale, chiamato a dirimere un contenzioso, eviti di pronunciarsi, quando avrebbe ormai tutti gli elementi per farlo. Non hanno nulla da obiettare sul fatto che il TAR Lazio non dica quella parola definitiva in attesa della quale ha disposto i suoi provvedimenti, che non a caso si definiscono “di natura cautelare”. A questi signori, che si autoproclamano rappresentanti dei lavoratori, tutto ciò sembra normale. A noi no”.

La Cisl-scuola prosegue rivendicando per gli iscritti nelle graduatorie il diritto di sapere se le loro sono graduatorie valide o no e ricordando che chi fa il sindacalista deve preoccuparsi di tutelare un interesse generale, mentre “è comprensibile che chi fa un altro mestiere, curando solo gli interessi dei propri clienti, abbia difficoltà ad assumere una logica diversa da quella tipica di uno studio legale; evitino almeno, questi petulanti detrattori, di avventurarsi nella mission impossible di dare lezioni al prossimo”.