Perché il Liceo Economico sociale?

del Comitato Salviamo il LES (Liceo Economico sociale)

Negli ultimi dieci anni, in seguito alla riforma Gelmini, nel sistema scolastico italiano si è progressivamente affermato il Liceo Economico sociale, nato come un’opzione del Liceo delle Scienze umane.

Ad oggi sono ben 419 le scuole statali che hanno attivato i percorsi opzionali del liceo economico sociale (conosciuto con l’acronimo LES), che in alcune regioni raggiunge numeri consistenti. Nella sola Lombardia si contano 57 scuole, in Campania 51, in Sicilia 46, in Piemonte 33, in Toscana 31 e in Puglia 30. Secondo i dati del MIM, il liceo economico sociale è frequentato da un totale di ben 75.700 alunne e alunni circa, distribuiti, nell’anno scolastico in non meno di 3.000 classi, senza contare i 116 istituti paritari coinvolti. In breve, possiamo affermare che il LES, a livello nazionale, nell’arco dell’ultimo decennio, ha incrementato di quasi il 100% il numero di iscritti, con un picco del 64% negli anni della pandemia (a.s. 2019/20 – a.s. 2022/24), dimostrando di aver pienamente assolto il compito per cui era stato istituito: riempire un vuoto formativo presente nella scuola italiana. Il LES propone, infatti, un percorso liceale centrato sulle discipline giuridiche, economiche e sociali, da tempo presente invece nei sistemi scolastici europei.

Nel corso degli anni il LES si è caratterizzato, in coerenza alle ragioni a fondamento della sua istituzione, come il liceo della contemporaneità, un liceo quindi in cui le ragazze e i ragazzi devono poter sviluppare la capacità di diventare consapevoli dei problemi e delle contraddizioni e delle manipolazioni, devono poter, cioè, costruire, uno sguardo avvertito e critico, competenza necessaria per le scelte di vita e per il mercato del lavoro che richiede sempre più di saper fronteggiare le circostanze mutevoli che caratterizzano la nostra società in continua metamorfosi. Esso promuove, infatti, non solo un approccio critico sul presente, costituito dalla “flessibilità”, dalla “mobilità”, dalla “transitorietà”, ma anche uno prospettico, verso il mondo che verrà. A tal fine, la formazione proposta dal LES è in consonanza con gli obiettivi dell’Agenda 2030, sviluppandosi quindi intorno a punti inalienabili quali le politiche della sostenibilità e la ricerca di nuovi modelli di sviluppo. Inoltre, sono centrali le riflessioni sui cambiamenti che interverranno nelle diverse sfere del mondo produttivo, sociale e culturale, con il prendere campo anche dell’intelligenza artificiale destinata a svolgere un ruolo sempre più rilevante nel futuro digitale dell’umanità. Queste problematiche, proprie dei corsi LES, favoriscono la conoscenza della complessità del nostro mondo, dinamicizzato da molteplici fenomeni sia socio-culturali sia politico-economiche nazionali e internazionali.

A questa sfida educativa sembra rispondere a pieno il LES grazie all’utilizzo di strumenti interpretativi maturati attraverso una didattica interdisciplinare. Infatti, attualmente, il LES è l’unico liceo che prevede lo studio liceale quinquennale delle scienze giuridiche ed economiche, intrecciate alle scienze umane, discipline che hanno lo stesso numero di ore, per una lettura pluridimensionale del mondo economico e per una apertura anche alle sue ricadute sociali ed etiche. Come non ricordare che Richard Thaler, docente di scienze comportamentali applicate all’economia all’Università di Chicago, ha ottenuto il premio Nobel per l’Economia per il 2017, e non è il primo a ricevere il Nobel studiando e sperimentando la psicologia cognitiva applicata all’economia e alla finanza.

Inoltre, il LES è l’unico liceo, oltre al Liceo Linguistico, che, proponendo lo studio di due lingue, ha recepito la raccomandazione dell’U.E. che auspica, per il 2025, che tutti i giovani europei concludano il ciclo di studi secondari con una buona conoscenza di due lingue oltre a quella della propria lingua madre o delle proprie lingue madri. Lo studio delle lingue e delle culture è un punto cardine per poter fornire alle persone le competenze necessarie in primis per il mercato del lavoro, e soprattutto per fronteggiare le circostanze mutevoli che caratterizzano la nostra società in continua metamorfosi.

L’articolata identità del LES si è venuta a delineare in seguito a un impegno condiviso fra docenti e dirigenti scolastici, guadagnando uno spazio nell’immaginario di alunni e famiglie. La sua potenzialità educativa nel tempo è stata compresa anche dai docenti delle scuole secondarie di primo grado che lo hanno inserito sempre più nelle attività di orientamento per i futuri studenti liceali.

Il percorso del LES e la determinazione della sua identità, inoltre, sono andati delineandosi nel dialogo con diverse associazioni, come l’associazione Europea per l’Educazione Economica (AEEE Italia), la Fondazione Rosselli, la Società Italiana Scienze Umane e Sociali (SISUS), la Società Italiana degli Economisti (SIE) e con  molteplici Università, con le quali si sono instaurati rapporti di intensa collaborazione per costruire curricoli verticali volti a favorire l’ingresso degli studenti nel mondo universitario.

A conferma del potenziale formativo del LES si possono leggere i dati dell’Eduscopio 22/23 secondo i quali la maggior parte dei diplomati presso questo liceo prosegue gli studi iscrivendosi all’università.

È proprio la pluralizzazione dei saperi che contraddistingue il LES, infatti, è anche un liceo che offre molte opportunità di studio e di lavoro, sia in Italia che all’estero, grazie alla sua apertura verso percorsi di internazionalizzazione e allo studio dell’antropologia culturale, disciplina imprescindibile per vivere nella nostra società sempre più multietnica, cioè caratterizzata dalla coesistenza, più o meno integrata, di persone di origine ed etnia diverse e che deve sempre più promuovere  necessariamente l’interazione tra culture differenti.

Si può dunque constatare come il LES risponda alle urgenti domande educative del presente e contemporaneamente sia in consonanza con gli ideali e i progetti di vita e di lavoro dei ragazzi e delle loro famiglie come testimonia, a esempio, l’articolo apparso il 22 agosto sul Corriere della sera di Torino, in cui si sottolinea come in Piemonte le iscrizioni per il nuovo anno scolastico 2023/24 hanno raggiunto il 4,7% sul totale dei licei, superando il Liceo classico.

A Torino sono 922 gli iscritti alle classi prime per il prossimo anno scolastico, tuttavia, insieme ai loro coetanei di tutta Italia, saranno gli ultimi a iscriversi al LES. Infatti, il 31 maggio 2023 è stato approvato con procedura di urgenza un disegno di legge volto all’introduzione di “Disposizioni organiche per la valorizzazione, la promozione e la tutela del Made in Italy”. Nello stesso testo che istituisce la nascita del nuovo liceo con provvedimento A36017631/05/233 pubblicato il 13/06/2023 e presentato il 27/07/2023 alla Camera dei Deputati, si prevede che, dall’a.s. 2024/25, l’opzione economico-sociale del percorso del Liceo delle Scienze umane, confluisca nell’opzione Made in Italy.

L’istituzione di un nuovo liceo non può che offrire alle ragazze e ai ragazzi un nuovo curriculum di studi e quindi la possibilità di un diverso progetto di vita futura come cittadini e come lavoratori, tuttavia, gli insegnanti che da anni lavorano nel LES, si chiedono perché questa nuova istituzione debba eliminare un percorso già esistente e che, come si è evidenziato, è scelto da una percentuale crescente di alunni. 

Un folto gruppo di insegnati del LES, costituitisi nel Comitato Salviamo il LES, vorrebbe quindi che, nel panorama formativo italiano, i due licei possano coesistere. In questa prospettiva, il LES continuerebbe ad accompagnare i ragazzi verso l’acquisizione delle conoscenze per valutare le interdipendenze tra fattori economici, politici e sociali che caratterizzano le società contemporanee, supportate da strumenti analitici acquisiti dallo studio della Metodologia della ricerca sociale e della Statistica. Invece il futuro Liceo Made in Italy, in cui non sarà più presente l’insegnamento delle Scienze Umane e in cui verranno ridotte le ore di Scienze Giuridiche ed Economiche, inaugurerà un percorso di studi volto alla promozione del Made in Italy e alla formazione di giovani che siano competenti sulle eccellenze del Paese. In sintesi, i due licei insieme implementerebbero i percorsi di studio delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi, impedendo così che, con la scomparsa del LES, si cancelli un patrimonio culturale e didattico in sintonia con le aspettative educative del presente, costruito nel tempo e radicalizzato ormai nel territorio italiano.

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