Per l’Usb i neoassunti guadagneranno dal 2 al 6% meno dei colleghi

Una voce fuori dal coro rispetto a tutte le altre organizzazioni di rappresentanza del comparto scuole è rappresentata dall’Usb Scuola che oggi continua a criticare l’accordo all’Aran fra Governo, Cisl, Uil, Snals e Gilda sulle 67mila assunzioni nella Scuola. L’esponente dell’Unione Sindacale di Base Scuola Barbara Battista, che già la settimana la settimana scorsa definì quell’accordo come una “farsa”, oggi fa i conti in tasca ai precari che saranno assunti e spiega: “Il neo immesso in ruolo deve costare quanto il precario, così i nuovi assunti, con anzianità dai 3 a 8 anni, avranno paghe più basse dei loro colleghi che svolgono lo stesso lavoro. La ‘tecnica’ – prosegue Battista – è quella di saltare una fascia stipendiale. Un docente con tre anni di servizio, andrà a perdere in media 2.600 Euro lordi nella scuola primaria e 5.904 nella secondaria; un collaboratore scolastico 1.450 Euro, con un taglio secco dal 2 al 6% dello stipendio. Al rinnovo contrattuale, se non si saranno raggiunti gli 8 anni di servizio, ne conseguirà un taglio anche sugli aumenti percentuali e sulla pensione. Occorre poi considerare il divieto per 5 anni di trasferimento, combinato all’altissima probabilità che le assunzioni penalizzeranno il Sud”.

Battista polemizza anche sull’entità dei risparmi: “Non si sa a quanto ammonti complessivamente il risparmio ottenuto attraverso questo che unanimemente viene definito come ‘sacrificio sopportabile’. Arriverà forse a 100 milioni? E quanto impiegheranno le Borse a portarseli via?”.

Dopo la farsa degli annunci di soli 67 mila posti a fronte di 102 mila pensionamenti, siamo ora alla tragedia del salario d’ingresso, con estensione alla Scuola del ‘piano Marchionne’. E’ questo il vero scopo dell’Accordo – denuncia Battista – ed è l’inizio dell’annientamento del CCNL della Scuola, una deroga al contratto nazionale e una violazione del Testo Unico della Scuola, il D.Lgs. 297 del 94, dove viene affermato il diritto al riconoscimento del pre-ruolo ai fini del calcolo dello stipendio del neo assunto”. E conclude: “Nel quadro di una manovra che succhia il sangue ai lavoratori dipendenti, con accanimento nei confronti dei lavoratori pubblici, l’USB rifiuta con forza questo ulteriore ricatto e invita tutti i lavoratori a trarre le opportune conclusioni da queste gravi vicende”.