Per l’opposizione e i sindacati, i dati sulle iscrizioni sono bocciatura della riforma

I dati del Ministero dell’Istruzione, che indicano una scelta da parte delle famiglie con figli iscritti alla prima classe della scuola primaria di orari lunghi di 30 e 40 ore settimanali, sono letti dall’opposizione e dai sindacati come un plebiscito sfavorevole nei confronti del riforma del Gelmini sul maestro unico.

Ne sono testimonianza le dichiarazioni del neo responsabile Educazione del Pd Giuseppe Fioroni, che spiega: “I dati del ministero evidenziano come le famiglie italiane abbiano bocciato il maestro unico e il modulo delle 24 ore. Il tempo pieno si rafforza nel nord del paese e il sud continua ad impoverirsi la dove c’ è più bisogno di una offerta formativa in grado di rispondere ai bisogni del territorio“. L’ex ministro del governo Prodi si chiede dunque “come farà questo governo con i tagli economico finanziari e le scelte fatte, a garantire gli standard di qualità a cui i genitori italiani erano abituati“.

Anche Massimo di Menna, segretario di Uil Scuola, legge i dati sulle iscrizioni come una conferma del “modello organizzativo delle scuole italiane, che ha funzionato negli anni precedenti“, e chiede “un numero di insegnanti sufficiente per garantire la continuità didattica“.

Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil, chiede al governo di “sciogliere le sue contraddizioni” e “di rispettare l’impegno preso, cioè di garantire quello che le famiglie avrebbero chiesto“. Il sindacalista cgiellino è però pessimista sulle volontà dell’esecutivo: “Appare difficile che possano assicurare al 90% delle famiglie il tempo prolungato con i tagli previsti. Il ministero ha fatto gli organici prevedendo classi di 27 ore ed ora non potrà soddisfare la domanda delle famiglie“.

Per Fabio Giambrone, vicepresidente dei senatori IdV e capogruppo del partito in Commissione istruzione a Palazzo Madama, i dati del ministero dell’Istruzione sono essi stessi “un referendum per sapere cosa pensano gli italiani della riforma scolastica“. E il risultato è questo: “Le famiglie italiane l’hanno già bocciata, come risulta dalle iscrizioni fatte per la prima elementare“.

Anche Francesco Scrima della Cisl Scuola parla di bocciatura della riforma, mentre il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, chiede al ministro Gelmini, “considerata la posizione che i genitori italiani hanno espresso attraverso le iscrizioni, di fare un passo indietro sui tagli che stanno per colpire la scuola“.