Pattichiari: Meglio la stabilità economica della ricchezza

Il 96% dei docenti, il 90% di studenti, l’83% dei genitori: tutti ritengono necessaria l’educazione economica e finanziaria a scuola

 

Attivare progetti di educazione finanziaria con obiettivi di medio-lungo periodo e su base continuativa per “insegnare a gestire il denaro per il benessere futuroe a “spendere bene”. Queste, più che “per non farsi imbrogliare”, le motivazioni a sostegno della necessità di una maggiore educazione finanziaria. Una motivazione che vede trasversalmente d’accordo studenti (scuole superiori e universitari), docenti e genitori coinvolti nella ricerca “EDUCAZIONE FINANZIARIA: UN APPROCCIO PER LA REALIZZAZIONE DEL BENESSERE” per indagare la costruzione della cultura economica nei giovani attraverso le strategie educative di scuola e famiglia.

Se è vero che il concetto di benessere viene associato in prima istanza a salute, armonia, serenità, equilibrio, libertà, realizzazione senza preoccupazioni, per il 60% circa dei rispondenti nei tre target, questo è implicitamente subordinato alla disponibilità di denaro. In seconda battuta il benessere è direttamente collegato alla stabilità economica e alla possibilità di fare acquisti materiali con serenità anche per beni superflui (30%), mentre poter viaggiare e partecipare ad eventi per cultura e piacere risultata essere la terza opzione (10%).

I dati evidenziano come la costruzione del benessere di un individuo, in termini di aspirazioni e aspettative, sia fortemente legata al ciclo di vita e alla capacità di visione del futuro: lo dimostra la differenza tra l’attenzione al risparmio degli adulti (55,5% dei docenti e 51% dei genitori si definiscono “molto attenti nello spendere e nel risparmiare”), rispetto alla difficoltà manifestata dagli studenti a percepire l’utilità del risparmio (il 44% si dichiara ”attenta/o nello spendere ma decisamente poco incline al risparmio”) e a tenere sotto controllo le proprie spese (in particolare gli studenti delle scuole superiori che per il 41,5% si definiscono “il classico tipo dalle mani bucate”). Un atteggiamento coerente con la convinzione dei ragazzi (66% studenti scuole superiori e 54% universitari) che sia più corretto ricevere soldi dai genitori in base al bisogno di spesa.

La preferenza dei genitori invece si concentra sul dare una paghetta a cadenza fissa (50%, di cui 26%  una volta a settimana, 17% una volta a settimana con qualche integrazione e 7% una volta al mese): ciò evidenzia, da parte della famiglia, una corretta propensione alla pianificazione per stimolare nei figli dinamiche di responsabilizzazione più che di dipendenza.

Tutti i target ritengono importante avvicinare in famiglia i giovani all’uso consapevole del denaro fin dall’infanzia o da quando i figli iniziano a fare domande. Rispetto alle modalità con cui i genitori devono parlare di denaro ai figli, il 70% ritiene di dover partire dal concreto della situazione familiare o da momenti delicati che richiedono scelte importanti.

Nel 54% dei casi, i genitori scelgono di non parlare dei propri redditi, ma si dichiarano abbastanza d’accordo nell’affermare che “se i figli sapessero le entrate della famiglia imparerebbero a spendere” (41,5%).

Unanime il consenso sull’introduzione dell’educazione economica e finanziaria a scuola come disciplina trasversale nell’ambito di Cittadinanza e Costituzione (così afferma il 96% dei docenti, il 90% di studenti e l’83% dei genitori), declinandola nei diversi gradi scolastici con differenti tematiche e modalità didattiche. La quasi totalità degli insegnanti (96%) ritiene utile un percorso di formazione in materia per i docenti, così come una concreta collaborazione tra scuola e famiglia.

Un ultimo dato sorprende se riferito all’attuale contesto di crisi: il livello di contentezza espresso per “famiglia, amicizia, amore, tenore di vita, scuola/lavoro e tempo libero” è risultato per tutti i target più che soddisfacente.  Prevale, inoltre, l’idea che rispetto a chi nasce in una famiglia agiata sia più felice una persona che, a fronte di un percorso di impegno personale (studio, carriera), raggiunga una stabilità economica pur partendo da una condizione famigliare difficile.

Dalla ricerca emerge infine, come conoscere ed occuparsi del proprio denaro costituisca un mattone indispensabile nel bagaglio di competenze personali per il presente ed il futuro, realizzabile attraverso un forte messaggio educativo, fondamentale per le giovani generazioni: si lavora per guadagnare il denaro necessario al proprio benessere e per contribuire a quello della società, in un’ottica di cittadinanza attiva e partecipativa. L’educazione finanziaria assume una particolare rilevanza poiché permette di considerare la dimensione del futuro quale cornice temporale controllabile – seppure non sempre prevedibile – grazie ad una maggiore capacità critica acquisita fin dalla più giovane età.