‘Patti digitali’ contro l’abuso degli smartphone a scuola
Si va rafforzando la convinzione, supportata anche da evidenze scientifiche, che il precoce e prolungato uso degli smartphone danneggi l’apprendimento. Ne ha parlato anche il Rapporto Ocse-PISA 2022, che ha fatto alcune rilevazioni in proposito dalle quali risulta che mentre un limitato uso di questi strumenti (un’ora al giorno) si correla con buoni risultati nelle prove, il contrario accade quando i ragazzi (si parla di quindicenni) stanno sei o sette ore davanti allo schermo del telefono mobile o di una consolle per videogames.
Nello stesso senso vanno le ricerche realizzate dal prof. Marco Gui, docente di Sociologia della cultura e dei media presso l’Università di Milano-Bicocca, che ne ha dato conto già in un libro (Il digitale a scuola. Rivoluzione o abbaglio? il Mulino, 2019) e che ha continuato a occuparsi del problema anche come consulente scientifico del progetto Benessere Digitale Scuole ( www.benesseredigitale.eu) realizzato nell’ambito del Bando “Curricoli Digitali” del Ministero dell’Istruzione da una rete di scuole: Liceo Scientifico Statale “A. Banfi” di Vimercate (MB) capofila; I.I.S. “V. Floriani”, Vimercate (MB); I.I.S. “Erasmo da Rotterdam”, Sesto San Giovanni (MI); I.I.S. “E. Montale”, Cinisello Balsamo (MI); I.I.S. “E. Vanoni”, Vimercate (MB); I.C. Villasanta; I.C. “Don Milani”, Vimercate (MB).
Ma la Rete dei Patti Digitali di comunità (https://pattidigitali.it), nati dalla collaborazione tra scuole, famiglie, pediatri e anche oratori, scout e società sportive, enti locali, è più ampia e si estende ormai a molte città, concentrate però quasi solo (purtroppo) al Nord. L’idea guida è che la sfida per un uso educativamente corretto del digitale si vince solo se condivisa da una comunità i cui membri si supportano vicendevolmente e stabiliscono insieme, per esempio, l’età di consegna degli smartphone ai preadolescenti, o quella del loro accesso ai social, preferibilmente non prima della seconda media e con assistenza dei genitori fino a 14 anni, o anche alcune regole di comportamento come non usare lo smartphone a tavola o a letto.
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