Parte il nuovo obbligo, con qualche interrogativo

Secondo il viceministro Bastico, che insieme al ministro Fioroni ha illustrato la nuova disciplina dell’obbligo a 16 anni in una affollata conferenza stampa svoltasi al Ministero della PI, questa operazione costituisce “la più importante riforma scolastica realizzata in Italia dopo quella dell’unificazione della scuola media del 1962“.
Per la verità, come più volte segnalato da Tuttoscuola, non mancano elementi di ambiguità nella normativa inserita nella Finanziaria 2007, che in qualche modo dà continuità al mini secondo canale introdotto dalla riforma Moratti attraverso i “percorsi e progetti” che affiancano i corsi scolastici, e che con il ripristino degli istituti tecnici e professionali sembra più guardare al passato che al futuro.
Molto dipenderà dalla revisione degli indirizzi quinquennali e dei relativi programmi o “Indicazioni“, che dovranno essere pronti per l’anno scolastico 2009-2010, e ancora di più, per quanto riguarda il biennio iniziale, dalla concreta attuazione del Regolamento sul nuovo obbligo di istruzione del 22 agosto 2007, che contiene le Indicazioni nazionali sulle competenze e i saperi che tutti i giovani devono possedere a sedici anni, indipendentemente dalla scuola che frequentano.
Il progetto è ambizioso, perché assume come punto di riferimento per tutti i sedicenni, anche per i giovani che sceglieranno i “percorsi e progetti“, le otto competenze chiave indicate dall’Unione Europea come essenziali per l’esercizio del diritto di cittadinanza (imparare ad imparare, progettare; comunicare; collaborare e partecipare; agire in modo autonomo e responsabile; risolvere problemi; individuare collegamenti e relazioni; acquisire ed interpretare l’informazione) e quattro assi culturali (dei linguaggi, matematico, scientifico-tecnologico, storico-sociale) che nel loro insieme costituiscono una sorta di nuova “area comune“, concettualmente non lontana da quella contenuta nel biennio del progetto Brocca.
L’impresa appare ardua perché tutto ciò avrà carattere sperimentale e dovrà coesistere con i vigenti ordinamenti scolastici, come il Regolamento afferma esplicitamente. Inoltre, per la verità, le competenze di base indicate per i quattro assi culturali appaiono formulate in modo così generico e indeterminato da poter essere interpretate dai docenti nei modi più diversi.