Tuttoscuola: Turismo scolastico

Parma

Parma ha ancora il tono ed il sapore di una Capitale: c’è poco da dire.

Un’atmosfera, una storia, l’orgoglio di un passato (e di un presente) di grande ricchezza culturale, artistica ed imprenditoriale. I suoi figli più noti si chiamano Arturo Toscanini e Niccolò Paganini, Giuseppe Verdi e Giovannino Guareschi; e Alberto Bevilacqua e Bertolucci, dal padre poeta, Attilio, ai figli registi e sceneggiatori, Bernardo e Giuseppe.

Per questo, ogni viaggio di Istruzione che la riguardi ben rappresenta la varietà e la molteplicità di un percorso didattico assolutamente variegato che va dalla storia (e la storia dell’arte) fino alla Musica e alla letteratura, all’educazione alimentare. Una città oltretutto – val bene dirlo – che non vive solo di passato – si vedrà – ma che costituisce davvero una proiezione continentale del Made in Italy sotto ogni latitudine

Parma del resto ha una storia antica. Costituita in colonia romana già nel 183 a.C., lungo la via Emilia dal console Marco Emilio Lepido che le diede il titolo di Julia e Augusta, divenne ben presto un importante centro commerciale. Passata attraverso varie signorie dal controllo dei Visconti e degli Sforza, nel 1545 venne concessa da papa Paolo III Farnese al nipote Pier Luigi, come ducato. Una dinastia che regnerà per quasi due secoli lasciando della sua grandezza.
Estintisi i Farnese (1731), i Borbone di Spagna ereditarono il ducato fino alla Rivoluzione Francese.
Dopo la caduta di Bonaparte, il Congresso di Vienna assegnò gli stati parmensi alla moglie Maria Luigia d ‘Austria, figlia dell’imperatore Francesco I. Il ducato di Parma tornò ai Borbone solo nel 1847, dopo la morte di Maria Luigia. Dopo una rivolta popolare datata 1859, il ducato, il 18 marzo 1860, insieme a tutto il territorio, entrò a far parte del Regno d’Italia.

Parma da vedere

PIn una città che non raggiunge i 200.000 abitanti, si fa quasi torto a qualcosa di significativo a dovere indicare le cose da non perdere. Operazione necessaria comunque.

Il Duomo dell’XI secolo innanzitutto, restaurato poi un secolo dopo, bell’esempio di romanico con campanile in stile gotico che risale alla fine del 200 e la famosa cupola con l’Assunzione della Vergine, affrescata dal Correggio fra il 1526 e il 1530. E poi il Battistero in marmo rosa di Verona, opera di Benedetto Antelami, che ne iniziò la costruzione nel 1196. Nella volta si ammira uno splendido ciclo di pitture a tempera del XIII secolo, recentemente restaurato.

Fino a S. Giovanni Evangelista, rinascimentale, costruito fra il 1498 e il 1510, che ha una facciata barocca, realizzata nel 1607 con , all’interno, l’altra famosa cupola, la prima affrescata dal Correggio fra il 1520 e il 1521, che rappresenta il Transito di S. Giovanni, col Cristo che scende in gloria fra gli Apostoli. Del Correggio è anche la lunetta, nel transetto a nord, con S. Giovanni e l’aquila; notevoli poi gli affreschi del Parmigianino; i chiostri rinascimentali e la Spezieria benedettina (l’antica farmacia).

Un altro prezioso ciclo di dipinti del Parmigianino  trova poi posto nella Chiesa della Steccata: pianta a croce greca, essa è sormontata da un’elegante cupola disegnata da Antonio da Sangallo il Giovane.

Da vedere ancora la Camera di San Paolo, nell’antico appartamento della badessa Giovanna Piacenza, con la volta affrescata nel 1519 dal Correggio sotto forma di un luminoso pergolato allegorico;
il Palazzo della Pilotta, magnifico edificio con tre vasti cortili fatto erigere dai Farnese fra il 1580 e il 1620 come palazzo dei servizi della corte. Esso oggi ospita la Biblioteca Palatina, il Museo Archeologico Nazionale, il Teatro Farnese, il Museo Bodoni e la Galleria Nazionale.

La Galleria Nazionale è peraltro una delle più importanti d’Italia, con opere di Correggio (fra cui la Madonna del San Girolamo e quella della Scodella), di Parmigianino, di Beato Angelico, Leonardo, Cima da Conegliano, El Greco, Holbein, Van Dyck, Bronzino, Carracci, Sebastiano del Piombo, Tiepolo, Piazzetta, Canaletto, i primitivi toscani ed emiliani, i fiamminghi, i ritrattisti francesi del XVIII secolo.
TEATRO REGIO DI PARMAInfine il celeberrimo Teatro Regio, costruito, su incarico di Maria Luigia, da Nicola Bettoli, architetto di corte. Esso, elegantemente decorato, fu inaugurato nel 1829 con la “Zaira”, composta per l’occasione da Vincenzo Bellini.

Da non dimenticare il Palazzo Ducale e il Parco  che fu costruito fra il 1561 e il 1564 su progetto del Vignola ed ampliato nella seconda metà del Settecento, su progetto del Petitot, custodendo nelle sue sale affreschi di Agostino Carracci, del Bertoja, del Tiarini, del Malosso, del Cignani. Attualmente è sede del Comando Provinciale dei Carabinieri.
Infine ancora una carrellata di edifici significativi: dal Municipio del XVII secolo e il Palazzo del Governatore, restaurato nel XVIII secolo; al Museo Lombardi (cimeli di Maria Luigia e Napoleone), la Pinacoteca Stuard (opere toscane del XIV e XV secolo e dipinti emiliani del XVII e XVIII secolo), il Museo cinese ed etnografico, la Chiesa di S. Antonio progettata da Ferdinando Bibiena; la Casa natale di Arturo Toscanini; la cinquecentesca Chiesa dell’Annunciata a pianta ovale, l’originale Chiesa di S. Maria del Quartiere a forma di esagono, progettata ai primi del Seicento da Giovan Battista Aleotti, l’Ospedale Vecchio del XV – XVI secolo, oggi sede dell’Archivio di Stato e della Biblioteca Comunale, la Tomba di Paganini al Cimitero della Villetta.
Mentre, dopo l’immancabile visita alla Certosa di Paradigna, merita di esser vista la ducale cittadina di Colorno, a 15 Km da Parma, ricca di significativi monumenti storici, famosa per il prestigioso Palazzo Ducale, residenza estiva della Corte, definita “la Versailles dei principi di Parma”, nonché i tanti castelli, tra i quali quelli ghibellini che sorgono tra Parma e Piacenza che risalgono ai tempi gloriosi dell’Imperatore Federico II di Svevia.
Essi appartenevano ai nemici dei Farnese di Parma, i ghibellini Landi e Pallavicino che ebbero come capitali dei loro feudi Busseto, l’alta Val Taro e nell’alta Val Ceno, Compiano e Bardi.

http://turismo.parma.it/

Parma da Assaporare

prosciuttoCom’è noto, l’Authority alimentare per la Sicurezza e la Qualità ha sede ormai da qualche anno nella città.

Parma ed il suo territorio del resto hanno una tradizione alimentare pressoché unica: dai vini ai prodotti caseari a quelli legati alla filiera dell’allevamento, non solo suino; per non dire poi della rinomanza di prosciutto e Parmigiano e dei relativi Consorzi.

L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare del resto è stata creata allo scopo di garantire la sicurezza degli alimenti lungo l’intera filiera alimentare, “dalla terra alla tavola” e Parma aveva tutte le carte in regola per ospitarla.

Il suo obiettivo primario è quello di fornire la base per assicurare la salute del consumatore, svolgendo funzioni di osservazione e di prevenzione del rischio, stabilendo procedure per affrontare situazioni di crisi, sistemi di rapida allerta, prevenzione del commercio di alimenti a rischio, la diffusione al pubblico europeo di una informazione puntuale sulla sicurezza alimentare.

L’attività del Comitato – affermano infine gli amministratori locali – ha raccolto una fortissima audience con un rilancio del nome Parma a livello internazionale con indubbi effetti sulla sua notorietà. La sfida consiste nell’essere all’altezza di questa importante realtà europea per farla diventare una straordinaria opportunità di crescita economico culturale per tutti, specialmente per i giovani.

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