Pandemia e DaD: tra difficoltà di apprendimento e divari sociali ed educativi. Il prezzo pagato dalle nuove generazioni

La DaD sta iniziando a mostrare i suoi frutti negativi. In Italia milioni di studenti stanno infatti riscontrando importanti difficoltà di apprendimento. Tra i problemi più diffusi: deficit nelle capacità di concentrazione e minor capacità mnemonica. A confermare una situazione già purtroppo nota è ora il Centro studi Performance di 4 MAN Consulting. Dati preoccupanti a cui si aggiungono anche quelli di una ricerca di Openpolis e di Con i Bambini che dimostra come l’emergenza Covid rischi di compromettere il diritto alla scelta degli adolescenti. 

Ma andiamo con ordine. In Olanda, secondo quanto emerso dalla ricerca 4 MAN Consulting, 8 settimane Dad hanno fatto perdere agli studenti il 20% del progresso previsto per lo scorso anno scolastico. Ipotizzando che in Italia sia lo stesso, secondo quando segnalato da IlSole24Ore, la percentuale di decremento nell’apprendimento potrebbe superare il 30%.

“Gli studenti di oggi sono la classe dirigente e politica di domani, ma rischiano di avere lacune importanti nella loro preparazione, che difficilmente potranno essere colmate negli anni a venire. Questo vuol dire che ci saranno sul mercato del lavoro e a guidare il Paese, professionisti poco preparati e persone con una bassa capacità di imparare un lavoro o migliorarsi in una determinata attività lavorativa”, spiega Roberto Castaldo, fondatore di 4 MAN Consulting.

“La capacità di apprendimento – continua Castaldo – non si misura soltanto attraverso il numero di informazioni che possono essere reperite attraverso un libro, un video, un webinar o altro, ma molte delle conoscenze che fino ad oggi siamo stati in grado di sviluppare, derivano dalla capacità di imparare attraverso le relazioni, ovvero attraverso l’osservazione delle strategie di successo dei nostri pari. Il distanziamento sociale rende molto più difficile questo tipo di attività, e rischia di “appiattirci” dal punto di vista non solo relazionale e sociale, ma soprattutto dal punto di vista dell’apprendimento”.

Difficoltà di apprendimento dunque, ma anche divari sociali ed educativi. Se la pandemia è sicuramente mortale per tante categorie di persone, anche chi apparentemente sembra rischiare meno come i più giovani, sta pagando conseguenze terribili. “Con la pandemia le disuguaglianze sociali ed educative crescono e aggravano una situazione caratterizzata da grandi divari strutturali – ha detto Marco Rossi-Doria, vicepresidente di Con i Bambini. La povertà educativa ha spesso origine in queste disparità, non solo economiche, ma sociali e culturali. E’ un fenomeno che non può riguardare solo la scuola o le singole famiglie, ma chiama in causa l’intera ‘comunità educante’ perché riguarda il futuro del Paese. In questa fase di grandi difficoltà, i ragazzi dovrebbero rappresentare il fulcro di qualsiasi ripartenza. Non dovremmo criminalizzarli, come spesso accade, per alcuni comportamenti devianti o relegarli ad un ruolo passivo. Credo fortemente che siano una generazione migliore, hanno dimostrato grande senso di responsabilità, dovrebbero partecipare attivamente alle scelte che incidono sul futuro loro e, di conseguenza, del Paese. Dobbiamo loro – conclude Rossi-Doria – grandi opportunità”.

Già prima dell’emergenza da Covid 19 (2019), il 9,2% delle famiglie con almeno un figlio si trovava in povertà assoluta (contro una media del 6,4%). Quota che tra i nuclei con 2 figli supera il 10% e con 3 o più figli raggiunge addirittura il 20,2%. Ma anche i divari territoriali e nella condizione abitativa, con il 41,9% dei minori vive in una abitazione sovraffollata. Un ulteriore aspetto critico è stato rappresentato dai divari tecnologici. Prima dell’emergenza, il 5,3% delle famiglie con un figlio dichiarava di non potersi permettere l’acquisto di un computer. E appena il 6,1% dei ragazzi tra 6-17 anni viveva in una casa con disponibilità di almeno un pc per ogni membro della famiglia. Per tutti questi motivi, l’esperienza della pandemia è stata ed è spesso tuttora vissuta in modo molto diverso sul territorio nazionale, con effetti che gravano soprattutto sui minori e le loro famiglie.