Palermo, madre aggredisce insegnante e collaboratori scolastici dopo rimprovero al figlio: tre feriti

Grave episodio di violenza scolastica alla primaria Lombardo Radice di Palermo, dove un’insegnante di italiano e due collaboratori scolastici sono stati aggrediti dalla madre di un alunno. I tre sono finiti in pronto soccorso, riportando ferite con prognosi rispettivamente di sei e tre giorni. L’accaduto è stato denunciato dagli stessi docenti tramite una lettera indirizzata all’Ufficio scolastico regionale, al sindaco del capoluogo siciliano e al ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. Nella giornata di martedì 20 maggio, il dirigente scolastico Francesco Paolo Camillo ha formalizzato una denuncia presso i Carabinieri.

La dinamica: il rimprovero e l’irruzione a scuola

Secondo quanto ricostruito e riportato da Fanpage, il bambino sarebbe stato redarguito dall’insegnante dopo aver spinto e fatto cadere un compagno con disabilità durante un momento di gioco. Il richiamo, mirato a sensibilizzare il rispetto verso tutti i compagni, in particolare quelli più fragili, non è stato accolto positivamente dai genitori.

Il 15 maggio, la madre del bambino si è presentata a scuola insieme al marito, pretendendo un confronto immediato con l’insegnante. Mentre il padre veniva trattenuto, la donna è riuscita a entrare nell’edificio, ha affrontato la docente e l’ha spinta con forza, mettendola in serio pericolo nei pressi delle scale.

Nel tentativo di bloccarla, due collaboratori scolastici sono rimasti feriti.

L’appello della scuola: “Non possiamo lavorare sotto minaccia”

L’episodio ha scosso profondamente l’intera comunità scolastica. “Situazioni del genere non devono verificarsi in nessuna scuola – affermano i docenti – Gli studenti non possono essere esposti a rischi di questo tipo: la nostra priorità è garantire la loro sicurezza”.

Dalla scuola arriva anche una riflessione più ampia sulla crescente tensione nei rapporti con le famiglie: “Negli ultimi anni ci sentiamo ostaggi di certi comportamenti aggressivi. Gli attacchi, verbali e fisici, stanno diventando sempre più frequenti. Non si può andare al lavoro temendo per la propria incolumità”.

In merito alla richiesta di colloquio, la scuola spiega di aver proposto un appuntamento in un altro momento, ma la madre del bambino non avrebbe accettato il rinvio.

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