Organico dell’autonomia. Se il Miur frena

L’organico funzionale, il cosiddetto organico dell’autonomia, farà parte strutturalmente a tutti gli effetti dell’organico di diritto o sarà soltanto un organico aggiuntivo con andamento annuale?

Coesisteranno separati l’organico dei posti cattedra e quello aggiuntivo con docenti di serie A e di serie B come avveniva anni fa con le DOA, Dotazione Organica Aggiuntiva?

Nella Buona Scuola si parla(va) di Registro Nazionale dei Docenti della Scuola che “servirà, quindi, per incoraggiare e facilitare la mobilità dei docenti, da posti su cattedra a posti come organico dell’autonomia e viceversa, così come tra scuole diverse”.

Organico cattedra da una parte e organico funzionale (dell’autonomia) dall’altra: entrambi organico di diritto per consentire anche il passaggio dall’uno all’altro. Le cose, però, potrebbero andare diversamente. Per il momento.

Nei giorni scorsi, dopo un rapido confronto informativo con i sindacati, è stato varato l’organico di diritto per il prossimo anno scolastico con il solito decreto interministeriale.

Tutto come prima, secondo i criteri ormai collaudati e con una sostanziale invarianza di posti: 600.839 in tutto, esattamente come quelli dell’anno scorso. Le variazioni hanno riguardato diminuzione di posti in alcuni territori compensati da aumenti in altri.

Ma di organico funzionale o di ampliamento dell’organico di diritto nessun cenno. Eppure il decreto della Buona Scuola è alle porte. Nulla.

Questo significa che con tutta probabilità, almeno per l’anno prossimo, l’organico funzionale sarà privo di identità, in attesa di assestarsi e di disporre di un proprio assetto.

Tra poche ore sapremo qualcosa di più sulla natura dell’organico dell’autonomia.