Organici e orari: l’Emilia Romagna ricorre alla Consulta

Le Regioni dell’Emilia Romagna e dell’Umbria aprono il primo contenzioso con lo Stato nell’era del nuovo Titolo V della Costituzione, impugnando davanti alla Consulta la legge 448/2001, Finanziaria 2002, perché violerebbe in diverse parti i principi introdotti dal nuovo testo costituzionale. E tra le materie oggetto del contendere c’è anche, nel caso dell’Emilia Romagna, l’istruzione.
I ricorsi, depositati l’8 marzo scorso e pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale n. 22 del 5 giugno ’02, contestano la violazione dei nuovi articoli 117 e 118 della Costituzione.
Il presidente dell’Emilia Romagna, Errani, aveva annunciato a febbraio l’intenzione di contrastare l’intervento del Governo su materie non più di esclusiva competenza dello Stato. Dalle parole, che forse non erano state prese sul serio da tutti, è passato ai fatti.
Ma quali i motivi di protesta da parte dell’Emilia Romagna? Il ricorso impugna i commi 3 e 4 dell’art. 22 della Finanziaria 2002, a proposito di organici e di orari delle scuole.
I criteri di determinazione degli organici del personale scolastico e il computo dell’impegno dei docenti desunto in base all’orario frontale con gli alunni introdurrebbero, secondo il ricorso, elementi di rigidità nell’organizzazione scolastica a scapito dell’autonomia delle istituzioni; autonomia che non dovrebbe essere violata dallo Stato per esigenze di razionalizzazione della spesa.
Secondo l’Emilia Romagna la legge finanziaria, intervenendo su organici e orari delle istituzioni scolastiche, non avrebbe dunque disciplinato norme di carattere generale, ma avrebbe annullato la possibilità di intervento concorrente delle Regioni (previsto dal nuovo art. 117 della Costituzione), annullando anche il principio di sussidiarietà di cui al nuovo art. 118, a seguito del rafforzamento dell’ufficio scolastico statale regionale che prevarrebbe sulla Regione.