Organi collegiali: una riforma dimenticata

Gli organi collegiali della scuola hanno ormai trent’anni; e li dimostrano tutti.
Previsti dal dpr 416/1974 (uno dei decreti delegati della scuola), hanno svolto a suo tempo un ruolo importante nei rapporti tra il sistema scolastico e la società civile, avvicinando milioni di famiglie ai problemi della gestione e dell’organizzazione del servizio scolastico.
Hanno costituito certamente una delle principali riforme scolastiche della repubblica, ma, con il passare degli anni, hanno perso incisività, rilevanza e ruolo.
La scuola è cambiata insieme alla società civile, ma i suoi organi di governo sono rimasti quelli di sempre con competenze sempre più inadeguate alle necessità formative.
Dal 1° settembre 2000 nelle scuole è arrivata l’autonomia con nuovi poteri e nuove responsabilità da gestire, ma gli organi collegiali d’istituto sono rimasti gli stessi con i risicati poteri precedenti.
La legge 59/1997 ha fissato i principi dell’autonomia ma non ha previsto deleghe al Governo in materia, se non per gli organi collegiali territoriali. Per questi ultimi il Governo dell’Ulivo predispose un apposito decreto legislativo (n. 233/1999) che il ministro Moratti ha lasciato inapplicato.
L’attuale Governo ottenne dal Parlamento una nuova delega che entro il 23 gennaio 2004 sarà onorata – come annunciato alla Camera dal ministro Moratti – con apposito decreto legislativo, la cui bozza attualmente è stata inviata alla Presidenza del Consiglio per l’acquisizione del necessario concerto.
Ma gli organi collegiali di istituto chi li riforma? Nella passata legislatura le diverse proposte parlamentari si arenarono in commissione. Nell’attuale legislatura il disegno di legge n. 1186, presentato alla Camera da parlamentari dell’Ulivo, è stato fatto proprio dal relatore di maggioranza che l’ha presentato, ampiamente emendato, in Commissione istruzione nel febbraio 2002, provocando il ritiro della sottoscrizione da parte dei deputati proponenti.
A quel punto tutto si è fermato, lasciando ancora una volta le scuole autonome prive di governo o di prospettiva di imminente riforma dei vecchi organi collegiali.