Orario flessibile esteso anche alla domenica o potenziamento dei trasporti per la scuola?

“Accelerare sullo scaglionamento degli ingressi per le scuole superiori, e utilizzare le dodici ore della giornata per le lezioni in presenza, dalle 8 alle 20, spingere per portare più classi a scuola il sabato e la domenica”.

Le dichiarazioni rilasciate a Repubblica dalla ministra dei trasporti, Paola De Micheli (PD) – il cui nome è entrato del “toto-rimpasto” del governo – non solo sono state criticate e non condivise da colleghi di Governo, ma hanno anche suscitato una decisa reazione nel mondo della scuola.

Mario Rusconi, presidente dei presidi del Lazio: “Lo scaglionamento di un’ora è già partito”, spiega, “allargarlo non è possibile. Il 48 per cento degli istituti superiori sono tecnici e professionali, alloggiati in periferia. Molti studenti vengono dalla provincia, l’enorme hinterland di Milano, Roma, Napoli. Come fai a chiedere a questi ragazzi di entrare alle 10,30, alle 11, e di uscire da scuola alle cinque del pomeriggio? Arriverebbero a casa all’ora di cena. Quando studiano?”.

Francesco Sinopoli, segretario Flc Cgil: “Perché non c’è un punto di coordinamento nel governo? Perché la ministra dei Trasporti ci deve spiegare come funzionerà la scuola?”.

Antonello Giannelli, presidente nazionale dell’ANP sui trasporti: “ci sono grosse differenze tra le scuole di un paesino e quelle di una grande metropoli dove il traffico è congestionato”.

Nell’intervista a Repubblica la ministra aveva anche aggiunto: “Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva. Ho sentito troppi scienziati parlare a braccio, in questo periodo. Poiché la politica, però, non si muove solo per scienza esatta, ma anche per rassicurare i cittadini, vi dico che le Regioni hanno messo a disposizione quasi 10 mila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo. Sono pronti a scendere in strada, alcune città hanno già codificato le corse in più da fare”. Da alcune settimane circa 4 milioni di studenti sono costretti a seguire le lezioni da casa: cosa si sta aspettando?

La Federazione trasporto persone (Fai) attraverso il suo presidente, Francesco Artusa, contesta i dati della ministra: “Abbiamo dubbi sui numeri dei diecimila bus disponibili, sono dati delle Regioni non verificabili. Non c’è bisogno di utilizzare il fine settimana per le scuole, serve aumentare le corse con un sistema ragionato che può far crescere la velocità commerciale dei mezzi. Per la trasmissione dei contagi sui mezzi pubblici, infine, non ci sono dati perché non esiste alcun tracciamento”.

Ma un piano di riforma dei trasporti in funzione soprattutto della ripresa delle lezioni non poteva essere elaborato nei mesi scorsi? Il tempo c’era e anche le risorse.