Ocse-Pisa 2012: che peso hanno avuto i tagli all’istruzione?

La situazione dei 15enni italiani nelle competenze linguistiche, matematiche e scientifiche è, dunque, migliore (non di tanto) degli anni precedenti, secondo l’indagine Ocse-Pisa presentata ieri al Miur.

L’indagine registra le competenze rilevate al 2012 e, di fatto, abbraccia il triennio precedente che, come si sa, ha coinciso con i tagli all’istruzione operati dal ministro Gelmini.

Un giornalista di Repubblica, durante la conferenza stampa di ieri, ha chiesto spiegazione proprio su questa apparente contraddizione: tagli per 8 miliardi e miglioramento dei risultati. Come si spiega?

I rappresentanti del Miur hanno parlato di complessità del sistema, di incidenza di fattori diversi dalla spesa. Resta comunque evidente un fatto: non sembra possibile trovare una stretta correlazione tra spesa e risultati.

Anche il sindacato Gilda si è soffermato sul rapporto tagli-risultati, ponendo in evidenza che, a suo parere, l’effetto negativo si riscontra al Sud, e individuando nella professionalità dei docenti la ragione di fondo degli ultimi miglioramenti Ocse.

La fotografia scattata dall’Ocse ritrae un panorama migliore rispetto al passato ma non si può ignorare che a fare da traino sono sempre le regioni del Nord. Il divario di competenze tra studenti settentrionali e meridionali si conferma un problema grave, frutto non soltanto delle condizioni socio-economiche sfavorevoli, ma anche dei tagli all’istruzione”.

Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, commenta i dati dell’indagine Ocse-Pisa 2012 sulle competenze degli studenti 15enni in matematica, lettura e scienze, presentati ieri a Roma.

Rispetto al resto del Paese, – continua Di Meglio – il Sud sconta maggiormente la politica dei tagli e i risultati del rapporto Ocse-Pisa ne sono la dimostrazione scientifica. Invece di utilizzare risorse in progetti inutili, come accade troppo spesso con i fondi europei impiegati soprattutto al Sud, bisogna investire di più sugli insegnanti.

Se è vero che la scuola italiana sta migliorando i suoi risultati nonostante i tagli feroci di questi ultimi 10 anni, – sottolinea Di Meglio – il merito è della professionalità, dell’impegno e dei sacrifici degli insegnanti. Rafforzare il corpo docente significa anche garantire agli studenti immigrati un livello di inclusione più elevato – conclude il coordinatore nazionale della Gilda – aumentando le loro competenze linguistiche e abbattendo così quelle barriere che ne impediscono una piena integrazione”.