Obama: agli USA servono due milioni di insegnanti. Bravi

Nel libro scritto da Barack Obama nell’anno della campagna elettorale e della sua elezione a presidente degli USA, The Audacity of Hope, il tema dell’educazione è uno dei più sviluppati. Una delle tesi sostenute nel volume è che i più esperti insegnanti di materie critiche come matematica e scienze, o quelli che accettano di lavorare nelle scuole più difficili, dovrebbero guadagnare più degli altri, ma che è necessario che gli stipendi medi siano resi comunque più competitivi per evitare che siano troppo pochi i giovani che scelgono il mestiere dell’insegnante.

Entro i prossimi dieci anni serviranno infatti negli USA, secondo previsioni attendibili, citate da Obama, ben due milioni di nuovi insegnanti ben preparati anche dal punto di vista dell’uso didattico delle nuove tecnologie. E disposti a sottoporsi a procedure valutative performance based.

Ad essere considerati non dovrebbero essere però solo i risultati ottenuti dagli studenti nei test (tesi da sempre sostenuta dai repubblicani di scuola reaganiana), ma anche le capacità professionali degli insegnanti, da valutare – suggerisce Obama – con la metodologia della peer review, o valutazione tra pari: nessuno meglio di un insegnante è in grado di valutare se il suo collega è un bravo insegnante o no. Né il preside né tantomeno un ispettore.

Principi ribaditi dal presidente degli Stati Uniti in un recente intervento pronunciato nella sede della Camera di commercio ispano-americana, la cui videoregistrazione è disponibile nel sito del governo al seguente indirizzo: http://www.whitehouse.gov/blog/09/03/10/Taking-on-Education/.