Nuovo Dpcm, Aprea (FI): ‘Giusto chiudere le scuole per proteggere i più piccoli’

Il nuovo DPCM in vigore dal prossimo 6 marzo stringe sulla scuola: istituti di ogni ordine e grado chiusi nelle zone rosse e possibilità per i governatori di chiudere le scuole nelle zone gialle e arancioni con indice di contagio di 250 casi su 100mila. “Le varianti del Covid che si stanno diffondendo nel Paese mettono sempre più a rischio anche i bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria. I dati del contagio presentati dall’Istituto Superiore di Sanità non lasciano equivoci, dove il contagio è ripreso in presenza delle varianti del virus, questo non ha risparmiato gli alunni della scuola dell’infanzia e neppure quelli della scuola primaria e gli under 20. Occorre, dunque, cambiare strategia in questa terza ondata e prevedere comportamenti che mettano a riparo dal contagio i nostri piccoli e i nostri giovani sulla base della trasparenza dei dati forniti dal CTS e della gravità dell’andamento della curva epidemiologica”. Lo afferma in una nota Valentina APREA, deputata di Forza Italia e responsabile del Dipartimento Istruzione del movimento azzurro.

“Poiché sono state perse già tante ore di lezione – prosegue APREA – è necessario che le scuole favoriscano l’apprendimento anche degli alunni del primo ciclo in DAD, ben sapendo che si tratta di una didattica emergenziale e che non potrà mai sostituire la ricchezza dell’apprendimento in presenza dove la relazione tra docenti e studenti aggiunge e dà valore agli apprendimenti, ma non possiamo neppure non sperimentare forme alternative di studio consentite dalla tecnologia. Ci aspettiamo per questo che le scuole garantiscano una DAD sempre più efficace. E’ altrettanto giusto e doveroso – sottolinea – garantire alle famiglie congedi parentali e/o sostegni per il babysitteraggio.  Auspichiamo anche che sia garantita, ove richiesta, la frequenza dei disabili a scuola. Ora però, chiarite le modalità di apertura e chiusura delle scuole in caso di emergenza, il Governo deve accelerare la campagna di vaccinazione del personale scolastico, includendo i supplenti e anche quelli non residenti nei territori delle scuole, per far sì che le stesse diventino vere e proprie zone Covid Free. Ci aspettiamo inoltre, che l’INDIRE e l’INVALSI, a differenza di quanto non sia stato fatto nella prima ondata, monitorino lo studio in DAD e la qualità degli apprendimenti raggiunti in questo anno scolastico in relazione ai risultati attesi. Abbiamo bisogno di conoscere lo stato reale della situazione nelle scuole italiane – conclude – per misurare la perdita di apprendimenti (learning loss) determinata dalla pandemia e poter correre ai ripari in termini di recuperi e potenziamento delle attività didattiche quando la morsa del virus si sarà allentata”.