Nuovi sottosegretari all’istruzione secondo discontinuità?

Mentre il ministro dell’Istruzione uscente, Maria Chiara Carrozza, ha salutato con un tweet “tutti per l’ultima volta da Ministro” e fatto “i migliori auguri a Stefania Giannini, in bocca al lupo”, tra poche ore si conosceranno i nomi dei due o tre sottosegretari che affiancheranno il nuovo ministro dell’istruzione, Stefania Giannini.

Come i due precedenti ministri all’istruzione, Francesco Profumo e Maria Chiara Carrozza, anche la Giannini, rettore ed esponente del mondo accademico, si presenta competente in questo campo e con scarsa conoscenza del complesso mondo della scuola. Le occorrerà un certo tempo per acquisire la necessaria conoscenza delle scuole dell’infanzia, della primaria e della secondaria di I e II grado.

Nel frattempo, come in ogni dicastero, potrà avvalersi dell’aiuto tecnico e del sostegno amministrativo dell’apparato ministeriale: ma potrebbe non bastare. Avrà bisogno anche di sottosegretari che abbiano competenza politica e conoscano le maggiori criticità del sistema, per aiutarla da subito e senza lunghe attese ad aggredire i problemi.

Se la sua azione, come ha lasciato intendere, sarà contrassegnata dalla discontinuità, non vorrà avvalersi di nessuno dei due sottosegretari uscenti, Rossi Doria, Toccafondi (il terzo, Galletti, è stato promosso a ministro all’ambiente).

Ma se, pur nell’urgenza di agire, vorrà avvalersi di un aiuto esperto, d’accordo con il premier e con il suo braccio destro Delrio, dribblando le consuete distribuzioni di incarichi tra i partiti e gli equilibrismi spartitori secondo il metodo ‘cencelli’, potrebbero salire le azioni dei sottosegretari uscenti, in particolare quelle di Marco Rossi Doria, già in carica con Profumo e confermato da Carrozza, buon conoscitore della scuola. Non c’è due senza tre, e forse servirebbe anche a velocizzare l’azione del nuovo ministro.