Nuovi modelli di PEI, Nocera: ‘Più luci che ombre’

 Il Ministero ha finalmente presentato i nuovi modelli di PEI, attesi da mesi, e l’attenzione del mondo della scuola, soprattutto di quella parte maggiormente interessata all’inclusione, si è prontamente divisa in due fazioni caratterizzate da visioni opposte, sui benefici e sui rischi di questo nuovo, atteso, documento. A chiarirci le idee è l’avvocato Salvatore Nocera, tra i massimi esperti nazionali di normativa per l’inclusione scolastica.

“Ci sono più luci che ombre – ci ha detto Nocera – perché le luci consistono nel fatto che è stato introdotto un modello nazionale per ciascun ordine di scuola, che ha carattere informatico e quindi riduce anche il lavoro dei docenti e rende più stabile lo stesso modello, evitando la copiatura di un PEI con un altro PEI, questi sono assolutamente individuali ed hanno delle caratteristiche irripetibili per gli altri. Ma poi la cosa più importante è che è stato dato avvio all’articolo 5 del decreto legislativo 66/17 con il riferimento al modello ICF, non come modello da prendersi in toto, ma solo come detto nel d legislativo 66 ‘sulla base’ dell’ICF, perché sull’ICF c’è molto da dire, in quanto è un sistema classificatorio e molto rigido. Importante invece è orientarsi sui principi, sui valori basi di questo modello che sono basati sul rapporto tra disabilità (intesa come minorazione) e contesto socioculturale, ambientale, territoriale della scuola. Quando si sostiene che con questo documento si sta avallando la creazione di classi speciali si dice una cosa non corretta, ci sono certamente delle cose da rivedere, vediamolo insieme”.

“Prima di tutto non è stato definitivamente chiarito il problema di cosa succede quando in un GLO – spiega Nocera a Tuttoscuola -, gruppo di lavoro che formula il PEI, ci siano divergenti tra la famiglia ed alcuni, o tutti, i docenti della scuola o tra scuola e ASL per un certo numero di ore di sostegno o di assistenza. Nel decreto si riporta che ci sono alcuni membri di diritto, che sarebbero quelli della scuola, poi si dice che la famiglia partecipa, ma non dicono a che titolo, poi si dice che la ASL supporta il funzionamento del GLO: con questi tre termini non si capisce se famiglia, scuola e ASL abbiano gli stessi poteri. Però poi si dice che la ASL partecipa con un suo rappresentante a pieno titolo, il che significa, che in un organismo partecipa con diritto di parola e di voto. Per gli esperti che il DS della scuola può autorizzare su richiesta della famiglia, è riportato chiaramente che “partecipa non a pieno titolo” significa che ha solo diritto di parola. Purtroppo non è detto chiaramente che in caso di divergenza si vota. Alcune associazioni di familiari di persone con disabilità sostengono che la famiglia ha sempre il diritto di prevalere in caso di divergenze, ma la legge non lo riporta e direi che è principio normale di diritto che in un organismo con più soggetti o si vota o si deve andare all’unanimità, come avviene nello scrutinio della scuola primaria, in cui non si può bocciare, se non all’unanimità. Tutto questo non è riportato dalla norma. Io avevo anche sostenuto d’inserire il termine ‘organo collegiale’ riferito al PEI, ma è stato tolto per un parere negativo del Consiglio Superiore dell’Istruzione e nelle linee guida si riporta che si deve cercare di trovare un accordo, che è molto bello, ma sappiamo che in una scuola, o si trova una soluzione votando o si rimane bloccati: questa è, a mio avviso, la situazione più grave”.

“Un altro aspetto di ‘ombra’ è dato dal fatto che nel decreto si dice chiaramente che la valutazione della necessità delle risorse viene fatta sulla base dell’ICF e se vado a vedere i modelli di PEI con allegati i modelli relativi al fabbisogno e i due livelli che avevamo con la legge 104/92 (disabilità grave, che di solito aveva il massimo di una cattedra di sostegno e disabilità non grave che ne aveva di solito metà) sono stati sostituiti da quattro livelli. C’è un range di oscillazione di ore in ogni modello (ad esempio da 14-18, da 18 a 22 e così via), sembrerebbe che questo range sia riservato proprio al ‘contesto’, cioè a seconda che ci siano barriere di qualunque tipo nella scuola, cioè se ci sono più barriere si danno le 4 ore in più, rispetto alla quota base. Se invece ci sono poche barriere si darà il livello base del range (ad esempio 14 invece che 18 ore). Mentre la normativa sostiene che l’importanza nuova è data dal contesto, in questo caso invece il contesto gioca per circa un quinto di tutte le ore, rispetto anche al fatto che avendo frantumato l’orario di cattedra, mi chiedo come faranno a coniugare l’orario dei docenti che ad esempio hanno solo 14 anziché 18 ore, le altre 4 ore dove le faranno? Con chi? C’è il rischio, in questo modo che i docenti abbiano più di una scuola, o almeno due: questo è un altro punto difficile da chiarire”.

“Ultimo punto su cui riflettere – dice Nocera – è per le scuole superiori è che è stato introdotto un aspetto importante a proposito del passaggio dal PEI differenziato a quello semplificato. Fino ad oggi alcune famiglie chiedevano all’inizio del quinto anno un passaggio dal primo al secondo modello di PEI, per avere in uscita non più un attestato, ma un diploma. Fino ad aggi era una situazione complessa, perché alcune famiglie riuscivano con una sospensiva a far ammettere agli esami l’alunno che ovviamente dopo 4 anni di PEI differenziato non riusciva a raggiungere gli obiettivi, ma attraverso azioni legali venivano comunque ammessi agli esami e spesso riuscivano ad ottenere comunque una promozione con diploma. La novità importante è che da ora, nel caso in cui la famiglia pretenda il passaggio dal PEI differenziato a quello semplificato, se i docenti non sono d’accordo, l’alunno dovrà prima superare le prove integrative relative a tutti gli anni in cui la valutazione è stata fatta con un PEI differenziato, perché non è una valutazione normale.

Ad una prima lettura sono dunque questi gli aspetti positivi, ma anche le criticità emerse. C’è comunque la speranza che il legislatore possa successivamente modificare le zone d’ombra presenti.”

Dei nuovi modelli di PEI parleremo proprio oggi, 25 gennaio, alle 18.00, in una nuova live sulla pagina Facebook di Tuttoscuola!