Nuove Indicazioni Nazionali, Novara: ‘La scuola ha bisogno di relazione, non di nozionismo’

Nel dibattito sempre più acceso sulle nuove Indicazioni Nazionali, interviene anche Daniele Novara, pedagogista, formatore e autore di numerosi saggi sull’educazione. Le sue parole arrivano come un richiamo deciso a riconsiderare le vere priorità del sistema scolastico: non programmi sempre più densi, ma strumenti educativi efficaci e relazioni significative. “Il Ministro Valditara sembra tirare dritto e ribadire ciò che aveva già preannunciato nei mesi precedenti. Il problema rimane quindi il medesimo: non è la quantità di contenuti a creare difficoltà nella scuola italiana, bensì la fragilità degli strumenti metodologici e relazionali a disposizione degli insegnanti. Il vero nodo è, ancora una volta, la qualità della formazione docente, non la lista delle materie o la selezione dei testi da affrontare”, afferma Novara, sottolineando come le criticità del nostro sistema educativo non siano legate all’offerta disciplinare, ma all’impostazione didattica e formativa.

Secondo il pedagogista, la scuola italiana rischia di rimanere ancorata a un’idea di insegnamento antiquata, che non tiene conto delle trasformazioni della società e delle esigenze delle nuove generazioni: “L’insegnamento in Italia rimane spesso inchiodato a modelli superati e, anche dove chi insegna mostra capacità e voglia di migliorarsi, queste attitudini vengono frustrate da una rigida burocrazia e da impostazioni calate dall’alto, ormai superate. Eppure si continua a intervenire sui programmi, trascurando il cuore pulsante del sistema: la relazione educativa”.

Non è solo una questione di metodo, ma anche di visione culturale. Le recenti proposte ministeriali – dallo studio mnemonico della poesia, alla centralità del latino, fino al maggiore rilievo attribuito alla Bibbia – vengono lette da Novara come segnali di un ritorno a un modello scolastico arcaico: “Siamo di fronte a un’impostazione che rischia di appesantire il percorso scolastico con scelte culturali discutibili e pedagogicamente datate. Lo studio mnemonico di poesie, l’aumento della centralità del latino, gli accenni a un maggiore protagonismo della Bibbia sono proposte che sembrano guardare a un modello scolastico arcaico, distante dalle sfide educative contemporanee. Non è riempiendo l’orario di nozionismo che si risponde al bisogno urgente di far crescere bambini e ragazzi in una scuola motivante e inclusiva”.

Non meno preoccupanti, secondo il pedagogista, sono i toni e i messaggi che accompagnano queste riforme, che rischiano di ridurre l’educazione a una questione ideologica: “Affermazioni come ‘basta con le derive pedagogiche’ e ‘l’identità è un valore’ potrebbero tranquillamente essere attribuite a momenti storici bui, o a un passato talmente remoto e poco lusinghiero che non dovrebbe nemmeno essere preso in considerazione. Non è questa la direzione in cui dovrebbe andare una scuola che tenga davvero alle nuove generazioni e al futuro di tutte e tutti noi”.

Infine, Novara rilancia la sua idea di scuola: un ambiente generativo, dinamico e profondamente umano, capace di preparare i giovani ad affrontare il futuro, non a rifugiarsi nel passato. “Serve una scuola che accompagni gli studenti nel presente, capace di leggere i bisogni reali di una generazione immersa in una complessità inedita. Una scuola generativa, che coltiva il pensiero critico, l’incontro tra diversità, la capacità di dialogare e di crescere insieme”, afferma con convinzione.

E conclude: “Le nuove generazioni non hanno bisogno di tornare indietro nel tempo, ma di strumenti per interpretare il futuro. L’educazione non può essere ridotta a un dispositivo identitario o a una dichiarazione di principio: deve restare un’esperienza viva, capace di tenere insieme apprendimento e relazione. Solo così la scuola potrà continuare a essere quel luogo insostituibile in cui si costruiscono cittadinanza, benessere e sviluppo umano”.

Ricordiamo che per continuare ad approfondire un tema tanto rilevante per la nostra scuola come quello delle nuove Indicazioni Nazionali, Tuttoscuola e la Fondazione Agnelli promuovono un ciclo di webinar a carattere disciplinare, oltre a seguire puntualmente gli sviluppi del confronto nella newsletter settimanale del lunedì, sul sito e sulla rivista. 

Il primo appuntamento, dal titolo “Storia, cosa cambia con le Indicazioni Nazionali 2025”, è fissato per lunedì, 14 aprile, alle 17.30. E’ possibile iscriversi al seguente link.
 

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