
Nuove Indicazioni Nazionali, l’arte resta ai margini? Le proposte di ANISA per un cambio di prospettiva

Le Nuove Indicazioni Nazionali tracciano una visione ampia e articolata della formazione della “persona alunno/a”, che riconosce la complessità del mondo contemporaneo e valorizza aspetti culturali, familiari, sociali e spirituali. Centrale, nel nuovo documento, è il riferimento ai principali framework europei: dalle otto Competenze chiave alla DigComp 2.2, passando per un rinnovato investimento sulle competenze professionali dei docenti, da sostenere con percorsi di formazione iniziale e in itinere. Un’attenzione particolare è stata posta anche alla semplificazione degli obiettivi specifici di apprendimento rispetto al testo del 2012, scelta che potrebbe agevolare la progettazione didattica. Tuttavia, resta il dubbio sul mantenimento di un’impostazione eccessivamente prescrittiva, in contrasto con lo spirito stesso delle “Indicazioni”. Accanto a questi punti di forza, non mancano però osservazioni critiche. ANISA (Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’Arte) ha espresso in un documento articolato alcune riserve significative riguardo al trattamento riservato alla disciplina “Arte e Immagine”.
“Pur essendo pienamente consapevoli che ‘Arte e Immagine’ non è ‘Storia dell’Arte’ – si legge nella nota di ANISA che accompagna il documento -, si rimane persuasi che sia possibile far avvicinare bambini anche molto piccoli al Patrimonio artistico in modo interessante e divertente, ma anche in maniera corretta e rispettosa della scientificità della disciplina, prevedendo una progressiva padronanza del linguaggio e dei contenuti ad esso correlati. L’approccio dei Materiali visionati, invece, sembra contemplare solo l’’immaginazione creativa’ (p. 129) come elemento che differenzia la sfera artistica da quella dei saperi logico-razionali. E l’’interpretazione’ come unica chiave di accesso per i contenuti artistici. Lo spazio dell’arte viene proposto essenzialmente come spazio della ‘libertà autonoma di comprensione ed espressione di sé e delle cose’ (p. 129), dimensione importante certamente per la crescita dell’individuo che però non può essere l’unica: sarebbe un’ottica riduttiva che penalizza tanto la ricchezza formativa e culturale dell’area disciplinare, quanto la possibilità di formazione dei giovani discenti”.
L’arte considerata “di supporto”: una subordinazione inaccettabile
Secondo ANISA, nel testo delle nuove Indicazioni, “Arte e Immagine” appare relegata a un ruolo secondario, descritta come disciplina “di affiancamento”. Questo contrasta con l’ordinamento scolastico vigente, che attribuisce pari dignità curricolare a tutte le discipline, riconoscendone il valore formativo e culturale.
Manca inoltre il riconoscimento della finalità prioritaria della materia: l’accesso al patrimonio artistico e la sua esplorazione in relazione al territorio, elementi chiave per la formazione della coscienza civica e per lo sviluppo dell’identità culturale.
Dimenticato l’articolo 9 della Costituzione
Colpisce, inoltre, l’assenza di riferimenti all’articolo 9 della Costituzione italiana, che sancisce la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione. Nonostante le “Finalità” del documento richiamino il fondamento costituzionale dell’educazione, l’articolo 9 non viene citato (a differenza, ad esempio, degli articoli 2 e 3).
La nozione di “patrimonio” viene associata quasi esclusivamente all’ambito storico-geografico, tralasciando quello artistico, architettonico, archeologico, librario e archivistico. Termini come “patrimonio artistico” o “beni culturali” sono assenti o marginali, e manca un chiaro riconoscimento del ruolo del patrimonio nell’educazione.
Educazione all’arte e patrimonio: uno strumento per la cittadinanza
ANISA sottolinea che educare al patrimonio significa educare alla cittadinanza attiva e consapevole, fin dalla scuola dell’infanzia. Il patrimonio artistico non è solo “immaginazione creativa”, ma è testo storico, culturale, sociale. Le opere d’arte sono “testi” che raccontano le epoche, le civiltà, le trasformazioni.
Purtroppo, il documento enfatizza l’aspetto espressivo e individuale dell’arte, presentandola come spazio di “libera comprensione ed espressione di sé”. Questa visione, pur importante, non può essere esclusiva: rischia di oscurare il valore conoscitivo, interdisciplinare e scientifico dell’arte.
Le criticità evidenziate: tra assenze e semplificazioni
Il documento ANISA elenca puntualmente una serie di assenze e semplificazioni che meritano riflessione:
– Mancato riferimento alla funzione educativa dei musei e dei luoghi del patrimonio.
– Nessuna menzione allo studio delle fonti iconografiche in relazione alla storia.
– Assenza del legame tra immagine ed educazione visiva, e tra arte e comunicazione.
– Scarsa valorizzazione delle connessioni interdisciplinari (arte-letteratura, arte-scienza, arte-religione).
– Mancata considerazione delle arti crossmediali e transmediali, oggi centrali per la cultura digitale.
Anche l’esempio proposto nel documento come “modulo interdisciplinare” – un’attività sulla calligrafia – appare per ANISA poco rappresentativo della cultura artistica italiana, e troppo lontano dalle priorità storiche ed educative del nostro Paese.
Le proposte ANISA per una vera valorizzazione dell’arte nella scuola
Alla luce di queste osservazioni, ANISA avanza alcune proposte concrete per la versione definitiva delle Nuove Indicazioni:
– Eliminare ogni formulazione che subordini “Arte e Immagine” alle altre discipline.
– Esplicitare il ruolo centrale dell’educazione al patrimonio artistico e il collegamento all’art. 9 della Costituzione.
– Sottolineare il valore storico-artistico della disciplina, accanto alla pratica espressiva.
– Riconoscere l’immagine come testo dotato di linguaggio e significati, da analizzare con metodo.
– Valorizzare la funzione educativa dell’arte per la costruzione della cittadinanza.
– Integrare la dimensione multidisciplinare e dialogica del sapere artistico.
– Promuovere l’arte come spazio privilegiato di inclusione, ascolto e comprensione dell’altro.
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