Nuove Indicazioni Nazionali: il ‘poco’ del settore Infanzia e il ‘tanto’ per tutte le discipline

Nell’elencazione dettagliata del piccolo esercito (115 persone) di coordinatori ed esperti delle diverse discipline delle nuove Indicazioni Nazionali 2025, presentate come “Materiale per il dibattito pubblico”, non può sfuggire il divario estremo tra il numero di esperti impiegati per definire le Indicazioni per l’infanzia (tre persone in tutto – senza un coordinatore – per l’intero, fondamentale settore) e quello delle STEM (24 tra coordinatore ed esperti per una sola disciplina trasversale). Per quanto siano giustamente centrali le discipline Stem, colpisce la sproporzione.

Ma anche nel confronto numerico con le altre discipline del primo ciclo l’intero settore dell’infanzia è sempre minoritario (tre esperti per l’infanzia rispetto ai 10 sia per Latino che per Inglese; tre a 9 per Spagnolo; tre a 8 sia per Storia che per Arte e Immagine, e così via).

Va sottolineato che l’infanzia non è una singola disciplina come le altre, ma rappresenta un settore intero del sistema d’istruzione. Per quale ragione risulta ai margini dell’intera elaborazione delle nuove Indicazioni?

Se poi si esamina il testo delle Indicazioni Nazionali predisposto dai tre esperti (un dirigente scolastico e due insegnanti), si ha la netta impressione che sia soprattutto un riadattamento del testo delle precedenti Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012.

L’impegno è stato comunque onorato, e anche se le dinamiche fanno immaginare una soluzione affrettata, quasi dell’ultima ora, pure quella casella delle nuove Indicazioni Nazionali 2025 è stata coperta.

Come non pensare che fossero davvero fondate le voci che correvano nelle settimane scorse secondo cui l’infanzia fosse stata inizialmente dimenticata dalla Commissione?

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