Nuova abilitazione: un decreto da rivedere

Per conseguire l’abilitazione all’insegnamento per la scuola dell’infanzia e per la scuola primaria -che il decreto ministeriale dell’11 novembre continua a chiamare materna ed elementare (sic!) – è previsto che “Le prove di accesso hanno per oggetto rispettivamente i programmi di cui decreto ministeriale 4 febbraio 1999, n. 26 e al decreto ministeriale 18 gennaio 1999, n. 8, integrati dalle indicazioni nazionali di cui al decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 come aggiornate dal decreto del Ministro della pubblica istruzione 31 luglio 2007, “Indicazioni per il curricolo”.

Sulle indicazioni nazionali (Moratti) e sulle Indicazioni per il curricolo (Fioroni) non c’è nulla da spiegare, ma quei decreti ministeriali n. 26/1999 e n. 8/1999, assunti come base di riferimento per le prove di accesso, meritano una spiegazione, con sorpresa.

Si tratta dei due decreti con cui furono banditi i concorsi di scuola materna (oggi infanzia) ed elementare (oggi primaria) quasi dodici anni fa, in epoca pre-autonomia scolastica.

Da allora la scuola italiana è strutturalmente cambiata. Eppure…

Quei programmi dell’esame di concorso per i futuri insegnanti di quei settori scolastici parlavano ancora di carta dei servizi, di progetto di istituto, di programmazione educativa e didattica (non si parla ancora di Piano dell’offerta formativa) e di programmazione nel modulo organizzativo per la scuola “elementare” e di didattica modulare (modulo abrogato poi formalmente dal regolamento dell’autonomia e sostanzialmente dalle riforme Gelmini).

Si parla ancora di organi tecnici di supporto, IRRSAE, CEDE, BDP, di cui restano a malapena tracce negli archivi del sistema nazionale di istruzione, dopo essere diventati quasi reperti archeologici.

Ebbene i futuri docenti dovrebbero prepararsi per l’accesso ai tirocini formativi su un passato che ormai non c’è più. Anzi dovrebbero compiere anche l’operazione di conoscere quel passato rileggendolo alla luce delle nuove Indicazioni (tra di loro in contraddizione) di cui in questi mesi si sta preparando una sintesi finale.

Anche da qui richiesta della Cisl-scuola di rivedere i decreti ministeriali dell’11 novembre sui TFA.