Al Nord, donna e più giovane: l’identikit dell’ATA precario

Chi sono quei 44mila ATA supplenti con contratto a tempo determinato che nel 2021-22 hanno operato nelle scuole statali come assistenti tecnici e amministrativi o come collaboratori scolastici? La puntuale elaborazione esclusiva di Tuttoscuola ottenuta con l’approfondimento dei dati del Portale scuola del Ministero consente di fornire puntuali risposte.

Per quanto riguarda il genere, tra loro vi sono più donne che uomini: in media quasi due terzi (28.629 su 43.759). Fa eccezione, rispetto a questa media nazionale, la Calabria che, con 461 donne su un totale di 810 supplenti, fa registrare il 56,9% di presenze femminili, mentre, al contrario, in Umbria le donne sfiorano il 73% e in Liguria superano il 71%.

Nella provincia di La Spezia le donne sfiorano l’85% (138 su 151). La presenza femminile è maggioritaria in tutte le province, con la sola eccezione di Enna dove i maschi sono il 51,2% (43 maschi su 84).

Gli ATA di sesso maschile sono di poco al di sotto della metà dei supplenti a Crotone (53,4%), a Cosenza (55,8%), a Catanzaro (55,9%), a Milano (57,6%), a Novara (59%), a Lecce (59,3%) e a Sondrio (59,5%).

Per quanto riguarda l’età, il 61% dei 44mila ATA con contratto a tempo determinato è compreso tra i 18 e i 44 anni(29% fino a 34 anni e 32% dai 35 ai 44 anni). In questa fascia di età sotto i 45 anni primeggia la Lombardia con il 74% (tra cui oltre il 40% supplenti di età inferiore ai 35 anni), seguita dal Piemonte (71,4% complessivo sotto i 45 anni di età), dall’Emilia R. (70,9% complessivo sotto i 45 anni), dal Veneto (70,7%). In questa fascia di età anche Liguria e Friuli VG sopra la media nazionale. Il 39% del personale dei 44mila ATA ha un’età compresa tra i 45 e 65 anni.

Emerge in questo indice di maggiore anzianità in particolare la Calabria con oltre il 76% di età compresa tra i 45 e i 65 anni (quasi la metà ha più di 54 anni). In Campania il 68% ha un’età compresa tra i 45 e i 65 anni; in Basilicata si colloca in questa fascia di età il 66,4%.

Per quanto riguarda i due indicatori di genere e di età, sostanzialmente le regioni del Nord si avvalgono di personale prevalentemente femminile e di età medio giovane. Le regioni del Sud hanno prevalentemente personale più anziano con accentuata presenza maschile, anche se minoritaria rispetto alla presenza femminile.

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