Tuttoscuola: Non solo statale

Non statali sulla graticola/2. Esame di Stato da rivedere

La solita strage di privatisti“. Un tempo, fino a pochi anni fa, le cronache degli esami di Stato davano questa notizia in calce alle percentuali dei promossi, sempre altissime, prima e dopo la riforma voluta dal ministro Berlinguer (legge 425/1997). Una notizia scontata, del tipo “nebbia in val padana”.
Ma ora le cose sono cambiate, almeno per i privatisti, che con il “combinato disposto” (così dicono i giuristi) della legge sulla parità (Berlinguer) e soprattutto della finanziaria 2002 sulle commissioni d’esame tutte interne (Moratti), hanno visto aumentare in modo vistoso le loro possibilità di conseguire il diploma. E come accennato nella news precedente, tra “quintisti” e “ottisti”, alcune scuole paritarie hanno dato il loro contributo, come la stessa relazione al Parlamento riconosce, a rendere la vita più facile a tanti giovani – e anche meno giovani – aspiranti diplomati.
A questo punto l’unica misura adeguata a ristabilire la credibilità dell’esame di Stato sembra quella di accelerare l’attuazione di quanto previsto dall’art. 3 della legge 53/2003, affiancando alle prove valutate dalle commissioni interne le prove predisposte e gestite (cioè valutate) dall’INVALSI. Potrebbe trattarsi, come è realistico prevedere, di batterie di test a risposta chiusa o multipla, che si prestano ad essere rapidamente corretti e valutati con sistemi automatici a lettura ottica. Andrebbe inoltre rivisto il documento di “certificazione” dell’esito degli studi secondari, che dal 1999 accompagna il diploma, introducendovi un riferimento alla effettiva carriera scolastica percorsa dal singolo studente (ora vi compare solo il piano di studi quinquennale ufficiale).
Con misure di questo genere, che potrebbero essere rese operative già dal 2005, se formalizzate prima dell’inizio del prossimo anno scolastico, lo sviluppo e l’esito degli studi secondari dei nostri studenti – privatisti, paritari o statali che siano – sarebbero rappresentati in modo assai più completo e trasparente, andando incontro, tra l’altro, ad una precisa indicazione dell’Unione Europea.

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