Tuttoscuola: Non solo statale

Non statali sulla graticola: la piramide rovesciata

“Il riconoscimento del carattere pubblico del servizio reso dalla scuola paritaria richiede l’attivazione di forme di vigilanza e di controllo”. L’affermazione è contenuta nella relazione sullo stato di attuazione della legge sulla parità scolastica inviata dal ministro Moratti al Parlamento nei giorni scorsi.
Evidentemente lo stesso Ministro si è resa conto del fatto che nell’esercito di scuole non statali che hanno acquisito lo status di scuole “paritarie”, si sono infilati, accanto a scuole tradizionalmente serie e selettive, anche i cosiddetti “diplomifici”. Come dimostra il fenomeno delle iscrizioni a piramide rovesciata nelle scuole secondarie superiori: l’anno scorso risultavano 11.476 iscritti al quarto anno e 25.022 al quinto, in barba alle disposizioni (teoricamente) vigenti, che vietano di estendere la parità alle quinte classi che non abbiano alle spalle classi che le precedano.
Altro fenomeno notato nella relazione è quello degli allievi saltatori, o “ottisti”, quelli cioè che, iscritti in quarta, vengono ammessi direttamente all’esame di Stato avendo riportato il voto di otto decimi in tutte le materia: da sempre rarissimi nelle scuole statali, gli “ottisti” sono diventati numerosi nelle scuole paritarie, magari avendo alle spalle carriere scolastiche assai poco brillanti.
C’è poi da considerare il trattamento più comprensivo, per così dire, che viene riservato da alcune scuole paritarie ai candidati privatisti in occasione delle prove preliminari. E quello, assai meno comprensivo, adottato talvolta nei confronti degli allievi disabili, ai quali – si tratta di isolati casi riportati dalle cronache – sarebbe stata negata l’iscrizione. Tutti fenomeni diligentemente segnalati nella relazione.
Che fare? Il ministro, in carica da quasi tre anni, per ora preannuncia controlli più severi, forse anche per bilanciare l’impegno ad “un ulteriore sforzo di reperimento di risorse” in favore delle famiglie che scelgono le scuole paritarie. Ma servirebbero misure più incisive, che incidano in particolare sulla struttura dell’esame di Stato.

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