
Non cè “Buona scuola” senza “strappi”
Contro la “Buona Scuola” verrà avviata a settembre una pesante contestazione interna alle scuole. L’acceso fronte dei contrari a settembre tornerà nelle aule e nei corridoi ancora più ostile. Il tutto, appesantito di fatto da un’opposizione ferma e monolitica alla riforma normativa del 2009 (con la legge n.15 e il Dlgs 150), che non ha ancora digerito la riduzione drastica delle materie disponibili per la contrattazione integrativa d’istituto e che la maggior parte dei docenti non ha ancora compreso, leggendo come un’aggressione alle competenze del Collegio l’attribuzione al dirigente dei poteri organizzativi e di gestione (che invece dovrebbe tradursi in alleggerimento funzionale, per consentire al Collegio di trattare temi di didattica e valutazione, di sua pertinenza, anziché preoccuparsi di gestire fondi e organizzare piani di lavoro e individuare risorse economiche e professionali).
All’interno di un clima settembrino di tal genere, gli sforzi maggiori del dirigente si indirizzeranno verso la ‘tenuta’: si impegnerà a non lasciar andare a rotoli la scuola, che deve rimanere luogo di confronto reale, di dialogo: il lavoro più importante, quindi, come sempre sarà quello di relazione, e poiché il fatto relazionale ed educativo, pur focalizzandosi sui singoli, si riverbera sul contesto, un aspetto da potenziare ulteriormente sarà sicuramente la capacità di dialogare, mediare, negoziare. Da non trascurare, dunque, l’importanza del lavoro di sensibilizzazione e promozione che interviene sulle rappresentazioni sociali del disagio avvertito: la percezione dell’ambiguità, del rischio e l’insicurezza avvertita a livello professionale (contenzioso infinito), produrrà distorsioni che porteranno a focalizzare l’attenzione dai soggetti ai fenomeni, percepiti come ‘pericolosi’, per la collettività. Anche questa legge dovrebbe pertanto essere occasione di scambio reciproco: nella scuola più che in ogni altro luogo – perché a scuola si forma ogni cittadino alla democrazia e alla responsabilità sociale e collettiva – anche le nuove proposte legislative occorre sviluppino e alimentino un’opinione pubblica allargata ai più, a partire dal confronto tra individui ai quali si chiede ogni giorno di agire in modo collaborativo, così da tentare la realizzazione di quella comunità esemplare la cui intelligenza è mossa al fine della miglior vita sociale.
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