Nomine annue, un compito improbo per le scuole

Quando il ministro Moratti due anni fa, con un colpo magistrale da manager, azzerò con un decreto legge la patologia delle nomine annue, anticipandole nel cuore dell’estate e lasciando il completamento successivo direttamente alle scuole, non pensava di potersi trovare due anni dopo alla vigilia di un nuovo anno scolastico con l’accidente delle graduatorie da rifare per sentenza, con la conseguenza di trasformare le segreterie delle scuole in un turbolento ufficio di collocamento.

Questo però è quello che dal 1° agosto succede in moltissime città, soprattutto se di grandi dimensioni, dove la competenza a nominare i supplenti annui (più di 105 mila), a causa dell’indisponibilità delle graduatorie rettificate, è passata dai Csa (ex-provveditorati agli studi) ad alcune segreterie scolastiche in ogni città che fungono da centro polo di servizio per le altre.

Quella che doveva essere una competenza residuale, di completamento, diventa ordinaria, e così le segreterie delle scuole, predisposte a fare tutt’altro che nominare centinaia di supplenti annui per classi di concorso diverse, appartenenti a graduatorie di ogni tipo, diventano per un mese e forse più mini-provveditorati armate a volte soltanto di buona volontà.

Quest’anno dovranno affrontare anche l’emergenza della protesta con mille rischi di contestazione e di contenzioso.

Già l’anno scorso le difficoltà di gestione da parte delle scuole “polo” avevano fatto capire tutta l’inadeguatezza di una soluzione che, prevista come emergenza, non avrebbe potuto sopportare un peso al di sopra delle proprie forze.

Quest’anno il rischio di qualche “crac” è quanto mai probabile e per molte scuole potrebbe essere anche a rischio il regolare avvio dell’anno scolastico.