NEET/1. Un dramma europeo

L’Ocse ha reso noti i dati aggiornati relativi alla disoccupazione giovanile in Europa. Il quadro è impressionante: un giovane su cinque tra 15 e 24 anni oggi è senza lavoro da almeno un anno: si tratta di 22 milioni di under 25 che hanno smesso di studiare o di seguire corsi di formazione e non lavorano. Sono i cosiddetti giovani NEET (Not in Employment, Education and Training).

All’interno dei NEET poi l’Ocse fa un’ulteriore distinzione, quantificata in una tabella che sarà contenuta nella prossima edizione di Education at a Glance, programmata per il 23 giugno 2013 ma anticipata dal periodico dell’Ocse In Focus n. 13, tra NEET ‘unemployed’, che cercano lavoro senza trovarlo, e NEET ‘inactive’, che il lavoro neanche lo cercano. I dati, riferiti in questo caso al 2011 e alla fascia d’età 15-29 anni nei 33 Paesi Ocse esaminati, indicano una media di 47 giovani su 100 in educazione o formazione, 37 occupati e 15 NEET, di cui 6 unemployed e 9 inactive.

In Europa la situazione è migliore nei Paesi del Centro-Nord, che hanno tassi di NEET più bassi della media Ocse (sotto gli 11 NEET si collocano Olanda, Norvegia, Svezia, Danimarca, Lussemburgo, Austria, Slovenia, Germania; Finlandia e Repubblica Ceca arrivano a 12), in genere peggiore nella parte meridionale del continente, con Spagna, Grecia e Italia (cui si aggiunge l’Irlanda) sopra il 20.

Un’Europa a due velocità anche per la disoccupazione giovanile, dunque, che rende ancora più urgente l’adozione di politiche che riducano la quota dei giovani NEET. Le strade sono due, come insegna l’Europa ‘virtuosa’: aumentare la percentuale dei giovani che proseguono gli studi e quella degli occupati.