Moratti-Terzo Polo, prove di centrismo in chiave macroniana?

Non c’è più il centrodestra, c’è una destra-destra al governo del Paese e questo obbliga tutti noi a una ‘revisione’ del nostro posizionamento. Ci vuole un approccio nuovo, più laico, una sintesi innovativa tra riformismo e pragmatismo”. Questo il principale passaggio della dichiarazione con la quale Letizia Moratti, già ministro dell’Istruzione nel secondo governo Berlusconi di centrodestra (2001-2006), ha giustificato la sua decisione di dimettersi da vicepresidente e assessore al welfare di regione Lombardia per presentare la propria candidatura alla presidenza della stessa Regione in alternativa all’attuale presidente Attilio Fontana, ricandidato dalla Lega, da Fratelli d’Italia e da quel che resta di Forza Italia in Lombardia dopo l’uscita dal partito berlusconiano di Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Valentina Aprea.

Ci sono momenti nei quali si deve scegliere da che parte stare”, ha detto Moratti, che non ha esitato a paragonare l’attuale situazione politica a quella della Resistenza al fascismo, alla quale prese parte anche suo padre partigiano: “Come allora si tratta di mettere insieme forze diverse di riformisti, liberali e socialisti per rimodellare un’offerta politica nuova e vincente” ha detto rivolgendosi anche al PD lombardo, una parte del quale è tentato di prendere in considerazione la proposta, che potrebbe far uscire questo partito da una pluridecennale condizione di esclusione dal governo regionale.

L’iniziativa della Moratti va letta nel quadro dell’eclissi del berlusconismo, cioè del centro del centrodestra, ma certamente non ha il significato di un passaggio allo schieramento opposto, quello del centrosinistra. Intanto perché l’interessata guiderà una propria lista (LM, Lombardia Migliore nonché Letizia Moratti) in alleanza con il Terzo Polo. E poi perché il suo orizzonte anche internazionale di riferimento non è la sinistra socialdemocratica ma piuttosto un centro riformista di ispirazione macroniana. Ciò non toglie che almeno una parte del PD potrebbe allearsi, aumentando le possibilità di vittoria.

Per quanto riguarda la politica scolastica Moratti potrà rilanciare a partire dalla Lombardia un progetto al quale fu costretta a rinunciare nel 2001 a causa dell’opposizione dell’allora Alleanza Nazionale di Fini, che bocciò l’idea di costruire nella scuola secondaria superiore due canali paralleli, entrambi quadriennali, quello liceale e quello tecnico-professionale. Giammai, tuonò Fini, a difesa del quinquennalissimo Liceo Classico, intoccabile eredità gentiliana.

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