Moratti-Siniscalco, chi la spunta?

Proprio alla vigilia dello sciopero generale della scuola del 15 novembre scorso, ci ha pensato il ministro Siniscalco a dar fuoco alle polveri con la sua proposta di un nuovo taglio di posti per la scuola pari al 2% in due anni, equivalenti ad una riduzione di circa 15 mila posti di docente e di circa 5 mila unità di personale Ata.
Letizia Moratti, a quanto sembra all’oscuro della proposta, al rientro dall’estremo oriente si è precipitata dal Presidente del Consiglio per bloccare sul nascere l’ipotesi dei tagli e ha rilasciato un’intervista al “Corriere della sera” con la quale ha messo in chiaro il suo totale dissenso.
Ma il problema delle risorse da reperire per i tagli delle tasse, obiettivo irrinunciabile per il presidente Berlusconi, e per il finanziamento dei contratti è rimasto tale e quale. E la scuola, con i suoi costi per mantenere il milione e 100 mila addetti, è sempre la prima a cadere sotto il mirino dei ministri del Tesoro alla ricerca di nuove risorse.
E allora? Non resta che aspettare la presentazione del maxi-emendamento alla Finanziaria prevista per questa settimana al Senato, che aiuterà a capire se le iniziative del ministro Moratti di evitare ulteriori tagli agli organici abbiano avuto successo o meno.
Ipotesi: se la Moratti fosse posta di fronte ad una mediazione, supponiamo di un taglio che, anziché essere dell’ipotizzato 2%, fosse dell’1% (circa 10 mila posti in meno), come si regolerebbe?