I sindacati: no a tetto organici in Finanziaria

Il tetto al personale della scuola previsto nella Finanziaria 2005 non può essere un “vincolo insormontabile”; devono essere garantiti “tutti i posti che sono necessari per garantire l’effettivo funzionamento del sistema scolastico”. Lo scrivono i segretari generali di Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola in un lungo documento unitario relativo alla Definizione degli organici inviato al ministro dell’Istruzione, Letizia Moratti.

Secondo i sindacati “il vincolo a non superare la consistenza numerica della dotazione del personale docente in organico di diritto per l’anno 2004/2005, prevista nella finanziaria 2005, costituisce una inaccettabile penalizzazione per la scuola e non da’ risposte sufficienti alle esigenze rappresentate da diverse realtà e riconosciute appunto attraverso l’autorizzazione di ulteriori posti sia in organico di diritto che, soprattutto, in organico di fatto”. “Questa sempre più accentuata diversificazione tra organico previsionale e dotazioni attribuite in fatto – sostengono le tre sigle – produce conseguenze assolutamente negative per le istituzioni scolastiche in termini di certezza di risorse professionali, di stabilità e di continuità didattica, condizioni assolutamente necessarie per le esigenze di progettazione e programmazione proprie della scuola dell’autonomia, nonché per le garanzie che si intendono dare alle famiglie in termini di offerta formativa”.

Cgil, Cisl e Uil scuola non ritengono condivisibile una proposta che “addirittura conduce in numerose regioni a un sensibile aumento del rapporto medio alunni/posti, sancendo
cosi’ un ulteriore aggravamento delle condizioni di erogazione del servizio scolastico. E’ necessario, pertanto – osservano – individuare risorse per garantire organici adeguati a queste realtà ove l’esiguità delle dotazioni attribuite in passato ha prodotto classi sovraffollate – spesso in presenza di situazione edilizie precarie e insufficienti – alterazioni di modelli didattici e organizzativi consolidati, a partire dal tempo pieno e prolungato, con gravi lesioni dei diritti all’utenza”.

I sindacati quindi segnalano, nello specifico, per la scuola dell’infanzia “l’incoerenza tra le affermazioni di principio sull’obiettivo della generalizzazione del servizio, la riduzione delle liste d’attesa e l’attivazione degli anticipi, con la mancanza di garanzie rispetto alla risorse destinate a quest’ordine di scuola”; nella scuola primaria “a causa della ridotta dotazione organica, in numerose realta’, al fine di consentire il funzionamento delle classi è stato di fatto azzerato l’organico funzionale e sono stati alterati i modelli didattici e organizzativi del tempo pieno” (e “non è accettabile che tale situazione si ripeta l’anno prossimo”); stesso discorso per il tempo prolungato nella secondaria di primo grado dove, inoltre, esiste una “situazione di provvisorieta’ delle discipline, negando addirittura la regolare costituzione dell’organico di diritto per la II lingua comunitaria, disciplina regolarmente prevista nell’orario obbligatorio”; nella secondaria di secondo grado i sindacati hanno evidenziato, tra l’altro, la necessità di investimenti in termini di quote di organico “per consentire l’attuazione della prevista interazione tra scuola e centri Formazione Professionale”. Cgil, Cisl e Uil stigmatizzano, infine, “l’abissale crescente scarto” che si registra tra i posti di sostegno in organico di diritto e i posti attribuiti in organico di fatto e chiedono l’avvio urgente del confronto sulla predisposizione dell’organico per il personale Ata, rispetto al quale riconfermano il “giudizio negativo sull’ulteriore taglio previsto, che aggraverà in modo insostenibile la funzionalità e l’efficacia dei servizi ausiliari, tecnici e amministrativi, nonché le condizioni di lavoro del personale”.