Tuttoscuola: Non solo statale

Monti: niente Imu per scuole cattoliche non commerciali. Ma…

...basta la mancata ascrizione di utile a bilancio, per definire un'attività no-profit?

Il tema di come avverrà la tassazione sugli immobili nei confronti dei beni di proprietà ecclesiastica sta avendo in questi giorni ampio spazio in ambito politico, anche riguardo all’istruzione, per quello che riguarda le scuole paritarie cattoliche e gli asili gestiti dai religiosi.

Oggi il premier Mario Monti parlando (AUDIO) in commissione Industria al Senato a proposito dell’Imu sulle scuole della chiesa che entrerà con un emendamento nel decreto liberalizzazioni ha provato a chiarire che “sono esenti dal pagamento dell’Imu le scuole che svolgono la propria attività secondo modalità concretamente non commerciali”.

L’intervento del capo dell’esecutivo giunge dopo due autorevoli interventi, questa mattina del ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, che ha spiegato che “l’Ici la dovrebbero pagare solo gli enti che iscrivono utili nei loro bilanci”, e ieri dalle colonne dell’Avvenire, il sottosegretario all’Economia, Gianfranco Polillo, che ha dichiarato: “Il concetto è semplice: paga l’Imu chi iscrive un utile a bilancio. Chi, insomma, lucra, sull’attività che svolge”.

Dal giornale dei vescovi italiani, Polillo ha anche spiegato: “Nelle riunioni di governo e del mio dicastero non c’è mai stata una personalizzazione della questione, non è una norma ‘ad personam’ per intenderci”.

Il sottosegretario al Tesoro ha provato ad andare ancora più sul concreto: “Caso classico: se la retta alla scuola parificata serve a sostenere i costi di gestione, non si può considerare attività commerciale”.

Le modalità non concretamente commerciali dell’attività e l’ascrizione di un utile a bilancio restano però elementi ambigui nella valutazione dell’imposizione fiscale, non fosse altro che per il fatto che è possibile avere attività del tutto commerciali anche in presenza di perdite ascritte nei bilanci annuali. Insomma, non è ancora dato sapere se a pagare l’Imu tra le scuole saranno solo “i diplomifici che regalano diplomi in cambio di quattrini”, come auspica monsignor Michele Pennisi, vescovo di Piazza Armerina (Enna) e segretario della Commissione Episcopale per l’Educazione cattolica, la scuola e l’Università, oppure se l’applicabilità della tassazione andrà a investire settori più ampi dell’istruzione non statale.

A chiarire la questione sarà, con tutta probabilità, lo strumento del decreto attuativo.

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