Mobilità: si va verso l’intesa sul contratto integrativo

Tra poche ore si saprà se e in quale misura le richieste sindacali sulla mobilità sono state accolte. Presente, a quanto sembra, la ministra Fedeli, alle 10 dovrebbe essere sottoscritta l’intesa sul contratto integrativo per il 2017-18.

Ieri il confronto sembrava destinato a registrare un nulla di fatto, poi tra funzionari ministeriali e sindacati rappresentativi si sono trovate le prime intese, tanto che la seduta è proseguita fino a notte per concludersi con l’impegno a sottoscrivere l’intesa nella mattinata di oggi.

La ministra Fedeli, informata dell’andamento positivo del confronto, ha lasciato intendere che presenzierà alla firma dell’accordo.

Oltre ad alcune questioni di dettaglio non secondari (punteggi, percentuale di posti disponibili, esuberi, licei musicali), sono attese soprattutto due risposte alle richieste sindacali:

  • consentire la mobilità anche ai docenti vincolati dal triennio di incarico per chiamata diretta da parte del dirigente scolastico;
  • consentire il tradizionale movimento da scuola a scuola, anziché attraverso gli ambiti territoriali.

Come riporta il Sole24Ore, nella serata di ieri sono emerse delle convergenze tra i sindacati presenti, Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Gilda Insegnanti e Snals, e la nuova Capo di Gabinetto del Miur, Sabrina Bono e i vertici del Ministero di Viale Trastevere. Si tratterebbe della possibilità di svincolare i docenti dall’obbligo di permanenza triennale nella sede di servizio per un anno, poi del principio delle pari condizioni nell’accesso alla mobilità volontaria da garantire agli assunti della Buona Scuola e a quelli degli anni precedenti (fatta eccezione per gli assunti del concorso di settembre 2016). 

Per quanto riguarda le condizioni per favorire gli spostamenti degli insegnanti si è pensato di prevedere 15 opzioni di offerta: 3 relative alle scuole di destinazione, 12 agli ambiti territoriali. 

E la chiamata diretta? Probabilmente non potrà essere cancellata trattandosi di una norma dello Stato, nello specifico della legge 107/15, anche se la ministra ha dimostrato in più occasioni la sua apertura dicendo di “essere disposti a confrontarsi per migliorare tutto“. Quindi con tutta probabilità la chiamata diretta resterà, ma verrà aperto un tavolo per renderne più oggettivi i criteri secondo le competenze dell’insegnante.