Convertito il decreto-legge sui Ministeri: il Ministero dell’istruzione diventa anche del merito

Il Ministero dell’istruzione assume la denominazione di Ministero dell’istruzione e del merito”. Lo dispone l’articolo 6, comma 1 del ddl n. 393 di conversione del decreto-legge n. 173/2022 riguardante il riordino delle attribuzioni dei Ministeri, approvato in via definitiva al Senato lo scorso 14 dicembre, con 88 voti favorevoli e 62 contrari.

Da notare che le parole ‘istruzione’ e ‘merito’ sono scritte con la lettera iniziale in minuscolo anziché in maiuscolo, diversamente da quanto hanno fatto i media e gli stessi comunicati stampa del Ministero da quando si è avuta notizia del cambio di denominazione deciso dal governo Meloni.

Non si tratta però di una specie di declassamento della parola merito, o di un understatement intenzionale, voluto magari dallo stesso ministro Valditara per diminuire la carica ideologica implicita nell’uso della parola con l’iniziale maiuscola. In realtà la legge di conversione del decreto riserva lo stesso trattamento a tutti i Ministeri che hanno cambiato nome: solo le parole Ministero e Ministro conservano la maiuscola, mentre le denominazioni dei singoli ministeri utilizzano l’iniziale minuscola: l’ex Ministero dello Sviluppo economico diventa “Ministero delle imprese e del made in Italy” (corsivo nel testo), il Ministero dell’Agricoltura “Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste”, il Ministero della Transizione ecologica “Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica” e così via.

Alcuni emendamenti presentati dall’opposizione sono stati trasformati in ordini del giorno accolti dal governo. Tra questi anche uno di Azione-Italia Viva che chiede la ricostituzione di due strutture di missione, una per l’edilizia scolastica e l’altra per il contrasto al dissesto idrogeologico, varate a suo tempo dal governo Renzi e soppresse dal primo governo Conte nel 2018.

Il governo si è inoltre impegnato a presentare alle Camere, entro sei mesi, una relazione sulla riorganizzazione del Ministero dell’istruzione e del merito, il cui acronimo, almeno quello ufficiale, non sarà dunque MIM ma Mim.

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