Milleproroghe, meritocrazia, e concorsi per dirigente: una sintesi possibile?

Lunedì scorso 25 febbraio 2008 TuttoscuolaFOCUS, la newsletter in abbonamento di Tuttoscuola, conteneva due articoli che hanno fatto discutere i nostri lettori, e che per questo pubblichiamo con accesso libero:

La newsletter dà notizia dell’approvazione (nel frattempo intercorsa), all’interno del decreto cosiddetto “milleproroghe”, di una norma che consentirà agli aspiranti dirigenti scolastici risultati idonei negli ultimi due concorsi (ordinario e riservato), ma non nominati per carenza di posti, di accedere immediatamente o gradualmente ai posti risultati vacanti nelle altre regioni o negli altri settori formativi. La newsletter avanza dei dubbi sulla cultura del merito e del rigore che permea questa procedura, che, tra l’altro, rende permanenti le graduatorie dei due concorsi.

In risposta ai due articoli, ci scrive Paola Molesini (25 febbraio):

…Sono anche una di quei concorrenti del concorso ordinario per Dirigenti Scolastici, che secondo l’articolo pubblicato dalla sua rivista sarebbe oggetto di una sanatoria (art 24-quinques del decreto milleproroghe) che poco considera la “meritocrazia”.

Faccio parte del coordinamento degli idonei per la Regione Lombarda (siamo in 42) e tengo a precisarle quanto segue:

a) abbiamo sostenuto cinque prove selettive (una per titoli, due scritti e due orali) e siamo inizialmente stati esclusi dalla formazione successiva solo per il fatto che i posti messi a concorso erano limitati. Per questo la Finanziaria del 2007 aveva dato la possibilità di un nostro recupero a fronte del numero di disponibilità che ci sarebbero state nei successivi anni scolastici e, considerata la significativa selezione sia in termini numerici sia soprattutto in termini di qualità, aveva escluso l’ultima prova concorsuale (un ulteriore scritto e un ulteriore orale), anche per una logica di risparmio: infatti l’ultima prova avrebbe dovuto escludere solo il 10% dei concorrenti (in Lombardia, per la scuola superiore, 4 concorrenti su 44)

b) Nonostante le prove identiche per i candidati del primo e del secondo settore formativo, la creazione di due graduatorie distinte (prevista dal bando emesso nel penultimo governo dal ministro Moratti), ha fatto sì che in Lombardia – per carenza dei posti sul secondo settore – gli idonei del secondo settore sono rimasti in attesa di una nomina, mentre tutti quelli del primo settore sono stati nominati. Abbiamo assistito quindi all’assurdo che persone del primo settore con minor punteggio di quelle del secondo settore fossero assunte come Dirigenti Scolastici. E qui credo che la meritocrazia sia stata messa da parte a favore di norme inique, formulate da parte di chi non era riuscito a prevedere questa (prevedibile) ingiustizia.

c) Abbiamo assistito all’assurdo di vedere 48 sedi ancora vacanti del primo settore formativo (poiché la relativa graduatoria si è esaurita), date in reggenza a Dirigenti già in ruolo (che gestiscono quindi più scuole) pur essendo in 42 del secondo settore in attesa di una possibile nomina. Per questo l’art. 24.quinquies è finalmente intervenuto, anche perché è già stato previsto il regolamento per il reclutamento dei Dirigenti Scolastici, che prevede l’unificazione dei settori formativi (forse qui si è prevenuta un’ulteriore ingiustizia).

d) nelle scuole sono stati assunti i Dirigenti Scolastici incaricati. Tra questi ci sono diversi Dirigenti (in Lombardia circa una ventina) che non sono stati promossi in nessuno dei due concorsi (ordinario e riservato) o non vi hanno partecipato. La legge del precedente governo (Ministro Moratti), nell’ottica di eliminare la “precarietà” (ma quale, se i Dirigenti incaricati hanno comunque un posto di lavoro e possono tornare a insegnare?) prevede che non si possano più formare graduatorie per “incarichi” e che queste rimangano congelate per i Dirigenti incaricati già inseriti, riconfermati nelle rispettive sedi, se disponibili, o altrimenti in altre sedi. Si assiste così all’ulteriore “assurdo” degli incaricati a vita, qualora non superassero i concorsi di reclutamento. E l’assurdo sta anche nel fatto che chi ha dimostrato di possedere competenze (come per esempio noi 42) siamo rimasti “al palo”!!!

In Lombardia, nel presente anno scolastico 34 scuole superiori (15 assegnate a Dirigenti che lavorano all’estero per qualche anno) e 118 del primo settore non hanno avuto la stabilità della dirigenza (nelle superiori 15 reggenze e 19 incarichi, nel primo ciclo 77 reggenze e 41 incarichi). Se si tiene conto che in totale le scuole sono 1305 (373 per il secondo settore, 932 per il primo) tali numeri portano a dire che più del 9% delle scuole superiori e circa il 13% di quelle del primo settore non hanno una stabilità della dirigenza, che permetta loro di progettare su lunghi periodi, garantendo quella qualità dell’offerta formativa, richiesta alle scuole autonome.

Ben venga quindi la “sanatoria”, perché finalmente permette di sanare qualche ingiustizia commessa e qualche errore di previsione. Il problema non è quindi l’art.24-quinquies, ma quello che è già accaduto.

Auspichiamo che il nuovo regolamento per il reclutamento e l’indizione di nuovi concorsi, più chiari e meno farraginosi, possano recuperare quella credibilità della funzione che l’articolo pubblicato dalla sua rivista sospetta sia messa in gioco da quanto deciso in Parlamento.
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A commento della lettera di Paola Molestini, interviene pure Raffaele De Vivo (25 febbraio):

La lettera della prof.ssa Molesini è limpidissima nella sua analisi relativa al concorso ordinario per Dirigenti scolastici. Non ha bisogno di commenti e descrive perfettamente ciò che è accaduto con una gestione pressapochista del concorso stesso.
Una sola, ulteriore precisazione: l’ultima prova, esclusa dalla Finanziaria per il 2007, è stata eliminata per tutti, anche naturalmente per i cosiddetti vincitori “pleno iure” del concorso.

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