Milleproroghe, meritocrazia, e concorsi per dirigente: Tuttoscuola risponde

Un nuovo intervento, di Clelia Torri Ducci (3 marzo) arricchisce il dibattito sui meriti, i demeriti e la cultura del merito, presenti nel decreto “milleproroghe”. Ci scrive la nostra lettrice:

Trovo più che giuste le vostre considerazioni. E poi cosa dovrebbero dire quelli che sono stati esclusi dalla preselezione per titoli perché i posti, all’origine, erano solo 1500? Era lecito aumentarli senza riaprire i termini? E della sanatoria legislativa operata ad hoc su pressione dei sindacati? Un vero scandalo in barba alle più elementari regole. Per non parlare della vera e propria eliminazione delle prove di informatica e lingua straniera previste dl bando…

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Nei giorni scorsi, abbiamo ricevuto critiche ai dubbi espressi dalla newsletter TuttoscuolaFOCUS del 25 febbraio, circa i contenuti del decreto cosiddetto “milleproroghe”, per quello che riguarda la progressiva immissione in ruolo a dirigenti scolastici dei docenti risultati idonei ma esclusi dagli ultimi due concorsi per carenza di posti.

Abbiamo pubblicato sia il primo che soprattutto il secondo articolo della nostra newsletter sull’argomento, come pure gli interventi dei due lettori che interpretavano le ragioni della sanatoria contenuta nel decreto.

Pubblichiamo ora la risposta di Tuttoscuola, restando fin da ora aperti a dare visibilità alle altre opinioni che dovessimo ricevere sull’argomento:

La vicenda legislativa e amministrativa del reclutamento dei dirigenti scolastici ha messo in luce profondi “deficit” di previsione, di gestione, ma anche di indifferenza per il rispetto delle regole, che sono cambiate in corso di espletamento.

Come giudicare altrimenti l’accorciamento del servizio come requisito richiesto per i presidi incaricati, la cancellazione dello sbarramento previsto ed altro ancora? Si è dato così ragione a chi, pur non avendo i titoli, è stato ammesso e, risultato idoneo, andrà adesso a dirigere una scuola.

Come scritto anche dalla nostra lettrice, auspichiamo che il prossimo concorso eviti ciò che è accaduto. Speriamo anche che quanto accaduto non abbia inquinato definitivamente la credibilità dei concorsi e la cultura del rispetto delle regole.

La nostra è stata l’espressione di una preoccupazione, peraltro e per fortuna, non isolata. Anzi condivisa da molti, soprattutto da quegli insegnanti che non hanno confidato nei Tar e nelle sanatorie, ma solamente nella loro preparazione e motivazione.

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