Merito & concorsi: la settimana di Profumo

E’ confermato: mercoledì 6 giugno il Consiglio dei ministri varerà il provvedimento che punta a valorizzare e premiare il merito nelle scuole e nelle università italiane.

L’annuncio è contenuto nell’ampia intervista concessa da Francesco Profumo a Repubblica di domenica 3 giugno (un servizio di due pagine con apertura in prima e vari approfondimenti tematici; viene anche pubblicata la classifica di Tuttoscuola sulla qualità della scuola nelle regioni italiane).

Le anticipazioni sulle caratteristiche del provvedimento sono accompagnate dalle dichiarazioni del ministro che rispondendo alle domande di Corrado Zunino allarga il discorso alla materia dei concorsi, quelli universitari e soprattutto quelli della scuola, come riferiamo in altre news.

Per quanto riguarda il merito nella scuola secondaria il ministro insiste sull’idea già circolata nei giorni scorsi e per la verità oggetto assai più di critiche che di consensi, di premiare in ogni singola scuola lo ‘studente dell’anno’ scegliendolo tra i diplomati con 100 e lode ma tenendo conto – si fa ora sapere – dell’impegno sociale e del reddito familiare.

Gli studenti premiati avranno una borsa di studio e uno sconto di almeno il 30% sulle tasse universitarie e sconti sui bus e alle mostre. Saranno organizzate inoltre Olimpiadi nazionali e internazionali per materie scolastiche e in questo caso il premio consisterà nella frequenza gratuita di corsi di approfondimento nella materia affrontata.

All’obiezione che in questo modo crescerà la distanza tra una piccola minoranza di bravissimi e la grande maggioranza degli studenti, per non parlare dei drop out, Profumo risponde di confidare sull’effetto di traino che i migliori eserciterebbero sui loro compagni, tale da alzare la media delle prestazioni.

L’approccio del ministro peraltro è sistemico: nelle università nasceranno le figure dei ‘migliori laureati’ e dei ‘migliori dottorati’, e indirettamente anche dei ‘migliori professori’, dato che – ma il meccanismo non è affatto chiaro – saranno decurtati i finanziamenti agli atenei che non assumeranno gli insegnanti giudicati migliori dalle commissioni che ne valuteranno i titoli ai fini dell’abilitazione nazionale.

Ma come si finanzierà tutto questo, visto che per il governo la riforma dovrà essere a costo zero? Con le già scarse risorse attualmente destinate all’autonomia scolastica e alla formazione?