Pasti a scuola: si riusciranno a gestire mezzo milione di lunch box al giorno?

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Tra le tante difficoltà operative per la ripresa delle lezioni garantendo le regole per il distanziamento non è da sottovalutare quella relativa al pasto a scuola.

Anche per questo importante momento della vita scolastica deve essere assicurato il distanziamento di almeno un metro, e non sempre potrà essere sufficiente il ricorso a turni di mensa. Inoltre a molte scuole dotate di refettorio potrebbe far comodo utilizzare quegli ambienti come spazio didattico. Il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) della Protezione civile ha suggerito, in via residuale, il ricorso al “lunch box” di plastica termosaldata per il consumo in classe con posate monouso. Ma non si tratta di una soluzione priva di difficoltà e inconvenienti. Parliamo di circa mezzo milione di lunch box al giorno, secondo le nostre stime. Le ditte preposte alla preparazione dei pasti sono già attrezzate? E il lunch box comporterà costi aggiuntivi per le famiglie, oltre che per i Comuni? Approfondiamo la questione, partendo dai dati.

Nel corso dell’anno scolastico sono 316 milioni i pasti che vengono consumati a scuola. A causa della sospensione delle attività didattiche causata dall’emergenza Covid 19, il consumo relativo all’ultimo anno è stato di circa il 30% inferiore rispetto al normale (200 milioni circa di pasti consumati), il che ha tra l’altro messo in grave difficoltà le aziende del settore, che occupano 39.000 addetti. Tuttavia, per il prossimo anno scolastico, con le attività che dovranno essere svolte in presenza, dovrebbe tornare ai 316 milioni di pasti da consumare.

Ma quanti sono nelle scuole statali gli alunni che consumano il pasto a scuola? Secondo le stime di Tuttoscuola si parla di circa 2 milioni.

Nello specifico, nel 2019-20, prima del lockdown, nelle scuole dell’infanzia sono stati quasi 806 mila i bambini che, con l’orario educativo per l’intera giornata, hanno pranzato a scuola tutti e cinque i giorni della settimana per l’intero corso dell’anno.

Nella scuola primaria sono stati circa un milione e 23 mila gli alunni che per cinque giorni a settimana hanno consumato il pasto a scuola in quanto frequentanti il tempo pieno (più di 923 mila) o il tempo lungo (80 mila).

Nella scuola secondaria di I grado 178 mila alunni hanno frequentato il tempo prolungato per due-tre giorni alla settimana.

Per il prossimo anno scolastico si può soltanto avanzare qualche stima, ma tra locali di refezione utilizzati eccezionalmente come aule didattiche e riduzione del tempo scuola, il 20-25% dei pasti potrebbe essere consumato in classe con il lunch box.

Per l’intero anno, per ognuno dei 175 giorni di attività nelle scuole dell’infanzia, dovrebbero essere approntati e serviti tra i 160mila e i 200 mila lunch box; nella scuola primaria, per ognuno dei 165 giorni di attività, tra i 200 mila e i 250 mila lunch box; nella secondaria di I grado in ognuno dei 83 giorni di tempo prolungato tra i 35 mila e i 45 mila lunch box.

Complessivamente ogni giorno vi potrebbero essere tra i 400 mila e i 500 mila lunch box da servire. Una quantità non facile da gestire.

 

 

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