
Maturità, dopo i casi di protesta all’orale arriva la stretta di Valditara: ‘Chi boicotta, ripeterà l’anno’

È partito tutto da Padova. Prima Gianmaria Favaretto, 19 anni, che ha scelto deliberatamente di restare in silenzio davanti alla commissione dell’orale di maturità. Nonostante la scena muta, si è diplomato con 65, grazie ai crediti accumulati durante l’anno (31) e agli scritti (17 alla prima prova e 14 alla seconda). Pochi giorni dopo è stata la volta di Maddalena Bianchi, sua coetanea, che ha usato il colloquio orale come atto di protesta contro «i meccanismi di valutazione scolastici, l’eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente», come ha spiegato in un’intervista al Corriere del Veneto.
Due episodi simbolici, che hanno acceso il dibattito sull’Esame di Stato e messo in discussione il valore dell’orale. Ma dal prossimo anno, situazioni simili potrebbero non avere più spazio. Lo ha detto chiaramente il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara.
“Se non collabori, ripeti l’anno”
Intervenendo a Rainews24 a margine della presentazione dei risultati delle prove Invalsi, il ministro ha dichiarato che è in arrivo una riforma dell’esame di maturità che porrà un freno a comportamenti come quelli visti quest’anno. «Tra le riforme che stiamo per varare – ha annunciato – oltre a quella sui programmi, pensata per rafforzare l’italiano e la matematica, c’è anche una revisione dell’Esame di Stato. Comportamenti come questi non saranno più ammessi».
Il messaggio è chiaro: «Se uno studente sceglie di non presentarsi all’orale o si rifiuta di rispondere intenzionalmente, non perché è in difficoltà, ma per boicottare l’esame, dovrà ripetere l’anno». Nessuna promozione automatica, quindi, nemmeno in presenza di una solida base di crediti o di buoni risultati agli scritti.
Verso un nuovo modello di colloquio
Il nuovo impianto dell’esame, secondo quanto già anticipato dal Sole 24 Ore, andrà nella direzione di un colloquio meno tradizionale, più trasversale. Si punta a trasformare l’orale in una vera prova multidisciplinare, capace di valorizzare le competenze acquisite non solo in aula, ma anche nei percorsi di scuola-lavoro, nell’educazione civica, nelle attività di orientamento e nel curriculum dello studente.
L’obiettivo, sottolinea Valditara, è quello di restituire senso al termine “maturità”, intesa non come semplice verifica di conoscenze, ma come tappa conclusiva di un percorso di crescita personale e formativa. E il calendario della riforma sembra ormai molto vicino: per vedere nero su bianco le nuove regole, potrebbe essere questione di giorni, se non di ore.
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