Maturità in discussione: vent’anni dopo il varo della legge 425

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Quest’anno, con la maturità 2017, si compiono vent’anni dal varo della legge 425, approvata dal Parlamento il 10 dicembre 1997 al tempo del primo governo Prodi. Legge che inaugurò una serie di provvedimenti, voluti dal ministro Luigi Berlinguer, uniti dal filo rosso della ricerca di un nuovo e diverso rapporto tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro in coerenza con l’Accordo per il lavoro sottoscritto tra governo e parti sociali il 24 settembre 1996.

La parola chiave utilizzata in tali provvedimenti, volti ad individuare un punto di connessione e dialogo tra il mondo dell’istruzione e quello del lavoro, fu individuata nel termine “competenza”. Occorreva trovare il modo di colmare la distanza tra il ‘sapere’ troppo astratto e teorico di una scuola rimasta autoreferenziale anche dopo la stagione della ‘partecipazione’ e il ‘fare’ troppo pratico e spersonalizzante del lavoro nelle fabbriche e negli uffici.

Il primo contesto normativo importante nel quale si parla di competenza/competenze è quello della legge 425/1997, il cui art. 6, riguardante le certificazioni in esito all’esame, le finalizza all’obiettivo di “dare trasparenza alle competenze, conoscenze e capacità acquisite”, mentre l’art. 8 (Definizione dei curricoli) affida al Ministro il compito di definire “gli obiettivi specifici di apprendimento relativi alle competenze degli alunni”. Successivamente il termine viene impiegato nel DPR 275/1999 (Regolamento dell’autonomia), all’art.10, che sempre con riferimento alle certificazioni le riferisce alle “conoscenze, competenze e capacità acquisite” (messe in questo ordine). Infine nella legge n. 30/2000 sul riordino dei cicli (poi abrogata dal successivo governo di centrodestra) all’art.1 si indica tra i compiti della Repubblica quello di “sviluppare le conoscenze, le capacità e le competenze” degli studenti (qui le competenze stanno al terzo posto).

Come si vede in questi testi le competenze sono sempre affiancate alle conoscenze e alle capacità, non hanno ancora uno status privilegiato, come accadrà negli anni successivi.