
Maturità 2025: il ruolo del dirigente scolastico

La scuola italiana viene annualmente scossa dall’esame di stato conclusivo dei due cicli, una prova che dovrebbe essere selettiva e che viene vissuta da studenti e docenti come selettiva, ma che è, al massimo, confermativa. Il dirigente scolastico si trova, pertanto, a partire dal mese di gennaio e fino all’inizio di luglio, a essere condizionato dalle incombenze burocratiche di esami che, avendo il titolo di studio italiano valore legale (praticamente un unicum al mondo, ma pare che noi di questa cosa siamo molto orgogliosi). Deve prevedere una struttura burocratica di supporto molto invasiva sul lavoro quotidiano soprattutto sulle scuole del secondo ciclo dell’istruzione.
Se non c’è bocciatura allora conta il voto finale
Poiché di fatto la bocciatura non esiste (e credo che, se in tutte le scuole prevalesse un’idea inclusiva anche verso gli alunni veramente deboli, gli unici bocciati sarebbero gli “assenti”) allora dovrebbe essere centrale il voto in uscita. Invece nel primo ciclo è solo un voto confermativo del voto di ammissione, che viene variato in pochissimi casi, mentre nel secondo ciclo è un voto di tipo reputazionale, che poca o nulla incidenza ha nei confronti del futuro dello studente (mondo del lavoro, università, ora its). Anche perché il voto finale dell’esame del secondo ciclo è composto con modalità che non coincidono con le modalità didattiche e valutative ordinarie della scuola italiana.
Le ultime Ordinanze (dopo quella innovativa ed emergenziale dell’anno del Covid, il 2020, voluta dal Ministro Lucia Azzolina) mostrano un percorso d’esame valutativo del tutto estraneo all’ordinarietà del percorso scolastico. Infatti si assegnano i punti del voto in uscita (su base 100) con le seguenti modalità:
– fino a 40 punti attraverso i crediti maturati nell’ultimo triennio (dove si valuta per medie e fasce con un arrotondamento del credito sempre per eccesso, mentre una parte consistente di voti delle materie scolastiche viene valutata con un arrotondamento per difetto)
– fino a 20 punti per una prova scritta di italiano che ha una modalità diversa da quelle sostenute durante i cinque anni dallo studente, sia per complessità, sia, soprattutto, per durata, ma che ha un aggancio minimo con la storia della letteratura (che la fa ancora da padrona nelle scuole superiori) e un aggancio massimo con le competenze di interpretazione e scrittura (che è ancora serva ancella dell’italiano, che misura le competenze di scrittura ancora con i vetusti temi scritti a mano).
– fino a 20 punti per la prova scritta di indirizzo, che è la più difficile e significativa, ma che alla fine per molti studenti è troppo difficile perché tarata sugli standard degli studenti di alto livello: per cui sta accadendo che per gli studenti di fascia bassa o media (quelli che usciranno con i voti compresi tra il 60 e l’80) anche un 6-7/20 nella seconda prova non è male (però corrisponde a 3 o 3,5 decimi, cioè ad una valutazione catastrofica durante l’anno). Questa, che dovrebbe essere la prova cardine dell’Esame è diventata per troppi studenti un puro nonsense, laddove tanto studio può portare solo ad una minima modifica del punteggio, che poco incide se la scala da 10 (quella dei cinque anni) passa a 100 (quella dell’esame).
– fino a 20 punti per il colloquio che ha caratteristiche interdisciplinari e non disciplinari, comprende i PCTO e l’Educazione Civica e non ha riscontri nella preparazione precedente, non solo degli studenti, ma anche dei docenti, che affollano inutilmente le commissioni e comunque vogliono “interrogare” anche dentro un esame colloquiale.
Il ruolo del dirigente scolastico
Come è noto, nel primo ciclo dell’istruzione il presidente della commissione d’esame è il dirigente scolastico titolare, a meno che non sia impegnato negli esami del secondo ciclo o sia in reggenza, nel qual caso può delegare un docente della scuola, non impegnato negli esami, alla presidenza della commissione. Nel secondo ciclo, invece, il dirigente scolastico è deliberatamente escluso da qualunque rapporto con l’esame di stato, in quanto inviato a presiedere una commissione in un altro Istituto.
Questo è solo un estratto dell’articolo presente all’interno del numero 651 di Tuttoscuola.
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Chi è l’autore?
Stefano Stefanel
Già Dirigente Scolastico. Autore di Tuttoscuola.
Di più all’interno del numero di Tuttoscuola di aprile
Nel numero di aprile un focus dedicato alle nuove Indicazioni Nazionali e un approfondimento sull’Istruzione Tecnica Superiore. La Scuola che Sogniamo di questo numero è curata da Fondazione Carolina che punta i fari sul bullismo e sul cyberbullismo. Nel Cantiere della Didattica, Cristiano Corsini scrive di scelte valutative e qualità delle scuole, Gregorio Iannaccone della valutazione dei dirigenti e Roberto Franchini del curricolo intelligente. Franco Lorenzoni ci parla invece di scrittura creativa e lettura collettiva. Presenti come sempre approfondimenti dedicati a DS, DSGA e genitori. Da non perdere!
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