Maturità 2021, la nuova ipotesi che piace agli studenti: maxi orale con tesina

Stretta sulla Maturità 2021. Il neo ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi ha chiuso la lettura delle audizioni realizzate dalla precedente amministrazione e ieri mattina ha sentito la presidente dell’Istituto Invalsi, Anna Maria Ajello, e convocato Max Bruschi, il capo Dipartimento che ha fin qui seguito l’Esame di Stato, probabilmente l’ultimo suo impegno. A La Repubblica l’ex ministra Azzolina ha spiegato che l’ordinanza relativa alla maturità 2021 era praticamente pronta: “L’ho fermata per senso di responsabilità istituzionale. Abbiamo sentito i docenti, gli studenti, le famiglie, i sindacati. Tutti volevano, come l’anno scorso, un esame orale con commissione interna. A cui avevo aggiunto una piccola cosa: che i ragazzi potessero preparare un progetto su come hanno vissuto quest’anno difficile, cos’hanno imparato, cos’ha cambiato nelle loro vite”. E in effetti, secondo una indagine della Rete della conoscenza, l’88% degli studenti che dovranno affrontare l’esame di Stato preferirebbe un nuovo maxi orale orale senza prove scritte. E potrebbe essere di nuovo così, con l’aggiunta di un piccolo particolare che sta trapelando in queste ore: il ritorno alla tesina.

Sembrerebbe infatti che Bianchi stia studiando proprio la reintroduzione della tesina multidisciplinare, da alcuni considerata più strutturata e accurata del testo presentato lo scorso anno scolastico, relativo alla disciplina (o discipline) della seconda prova scritta. Un’idea che gli studenti, sempre secondo l’indagine di Rete della conoscenza, sembrerebbero apprezzare. Stando ai dati, l’84% degli intervistati vorrebbe infatti la reintroduzione della tesina multidisciplinare, considerata uno dei pochi momenti di elaborazione soggettivi. Riguardo i criteri di accesso il 77% ritiene che i Pcto e il 90% sostiene che le prove Invalsi non debbano essere un criterio di accesso agli esami di Stato.

«Le statistiche di Ipsos per Save the Children e dell’ordine degli psicologi in collaborazione con lo stesso ministero dell’Istruzione – afferma Luca Redolfi dell’esecutivo nazionale dell’Unione degli studenti – hanno dimostrato ampiamente l’incidenza negativa di questi mesi di Didattica a distanza sulla salute (mentale soprattutto) degli studenti e delle studentesse, considerando inoltre l’attuale fase in cui i docenti in tutto il paese stanno utilizzando i momenti in presenza per inseguire valutazioni mancanti e programmi didattici arretrati piuttosto che garantire una fase di recupero, ci sembra inaccettabile pensare che ancora una volta alle incertezze sulla maturità si risponda con l’ennesima riforma contingenziale dell’esame, che con ogni probabilità verrà modificata ancora e ancora, calata dall’alto, senza considerare le necessità degli studenti e delle studentesse. Chiediamo un incontro con il nuovo ministro Bianchi sul futuro della scuola», conclude Redolfi .