Maturità 2020 differenziata sul territorio: in presenza o a distanza. Se decidessero gli USR?

Per la maturità 2020 sono state approntate misure di sicurezza per commissari, studenti e locali che dovrebbero assicurare uno svolgimento regolare dei colloqui. La ministra dell’istruzione Azzolina ne ha evidenziato la portata e l’efficienza, ma non ha escluso che la maturità si possa svolgere a distanza, conformemente all’andamento epidemiologico. Dal 17 giugno dovrebbe iniziare la maturità 2020, ma non è detto che a quella data la situazione epidemiologica sarà la stessa in tutti i territori, come peraltro non lo è oggi. 

Potrebbe tornare utile una proposta che Tuttoscuola ha prospettato diverso tempo fa: decida ogni territorio i tempi e la modalità di svolgimento del colloquio maturità 2020.

Al 17 giugno le situazioni regionali potrebbero essere notevolmente differenziate per la riduzione del contagio. Secondo l’osservatorio nazionale sulla salute potrebbero non esserci più contagi già a breve al Sud e nelle Isole, mentre nelle regioni settentrionali bisognerà attendere la fine di maggio e, addirittura, per Lombardia e Marche rispettivamente il 28 e il 27 giugno.

Considerato che senza il vincolo di una unica data nazionale per gli scritti le commissioni esaminatrici potrebbero procedere autonomamente nell’avvio degli orali, a cominciare da quella prima data del calendario della maturità (17 giugno), potremmo avere l’esame con un unico colloquio maturità 2020 a più velocità e/o forse anche a modalità differenziata.

Le regioni del Sud potrebbero iniziare i colloqui subito, mentre Lombardia e Marche sarebbero costrette ad attendere forse luglio o a rinunciare alla prova in presenza.

Insomma l’azzeramento del contagio potrebbe condizionare l’avvio contestuale della maturità e la modalità di svolgimento.

Potrebbe esserci il rischio del fai da te per ogni Commissione, anche all’interno di un medesimo territorio.

Potrebbe allora essere rimessa la decisione del calendario delle prove orali maturità 2020 (ovviamente servirebbe un emendamento da inserire nel decreto legge) non alle singole commissioni esaminatrici, bensì ad ogni Ufficio Scolastico Regionale che, d’intesa con la Regione di riferimento, disponga il periodo e la modalità di svolgimento (in presenza o a distanza) dei colloqui maturità, tenendo conto dei protocolli di sicurezza appositamente definiti.